Lo sguardo di Padre Brown ..

di Paolo Venturi

Padre Brown, il sacerdote e detective  protagonista dei racconti di Chesterton che nella letteratura viene spesso contrapposto al più famoso Sherlock Holmes, mi ha sempre stupito per la sua capacità di arrivare ad individuare il colpevole (scoprire la Verità) attraverso un metodo diverso da quello tipico dell’investigazione: non si fermava  solo a decodificare i particolari, non scomponeva la scena del delitto per poi ricomporla sulla base degli indizi trovati …  rischiava e andava oltre. Sfidava l’incertezza introducendo un elemento in più, rispetto ad Holmes: guardava la realtà partendo da una idea di Bene, la realtà non era mai neutra  ..  “Voglio dire che siamo dalla parte del rovescio dell’arazzo”, rispose Padre Brown, “le cose che qui accadono sembrano che non abbiano nessun significato; parlo di ciò che avverrà in un altro luogo. II mondo, questo mondo spesso non ha in sé il proprio significato: è il retro dell’arazzo dove le linee non permettono che di scorgere a malapena il disegno: e tuttavia il disegno c’è.” Il compito dell’uomo per Padre Brown era quello di cercare il significato e di districarsi nel labirinto dei segni.

In questi tempi di incertezza, dove la trama del disegno è difficile da intravedere, dove la dose di “ingiustizia” è  sovrabbondante rispetto a ciò che desidereremmo tutti, lo sguardo di Padre Brown è un suggerimento tutt’altro che banale: senza un’ipotesi positiva la trama delle cose diventa invisibile e ignota. La fiducia è perciò unallenamento dello sguardo, uno sguardo che deve rischiare di giocare un’idea di bene comune  per poter vedere e riconoscere lucidamente ciò che accade ..  “Due cose piccolissime”, disse infine, “Una è assai insignificante e l’altra molto vaga, ma così come sono esse non provano che Boulnois sia l’assassino.” Egli volse il suo viso chiaro e rotondo verso le stelle e continuò, assorto: “Consideriamo per prima l’idea vaga. Io do molta importanza alle idee vaghe. Tutte le cose che “non sono evidenti” sono quelle che mi convincono di più. Penso che una impossibilità morale sia la più grande di tutte le impossibilità. […]. Vi prego di credere che io non penso che Boulnois non possa essere così cattivo. Chiunque può essere cattivo, tanto cattivo quanto lo voglia. Noi possiamo governare la nostra volontà morale, ma generalmente non possiamo mutare le nostre inclinazioni istintive, ed il modo di fare le cose. Boulnois può commettere un assassinio, ma non questo assassinio. Egli non avrebbe afferrato la spada di Romeo, togliendola dalla sua romantica guaina, o trucidato il suo avversario sulla meridiana come se fosse un altare, o abbandonato il suo cadavere tra le rose, o gettato via la spada tra i pini. Se Boulnois uccidesse qualcuno, lo farebbe quietamente e tristemente, come egli fa qualunque altra cosa dubbiosa, come bere il decimo bicchiere di porto o leggere un licenzioso poeta greco. La forma romantica non è di Boulnois“.

Buone vacanze !

 


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