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Attivismo civico & Terzo settore

Chi l’avrebbe mai detto

di Marco Sessa

Milano, 18 giugno 2018

Sua Santità,

che scherzo che ci ha fatto!

Mi chiamo Marco Sessa ho 50 anni vivo a Milano e sono una persona acondroplasica ovvero Nana. Ho molto sorriso nei giorni scorsi quando sia in occasione dell’udienza del Mercoledì 13 che dell’Angelus del 17 giugno, ha parlato di persone nane in momenti importanti del suo discorso.

Ho sorriso perché in qualità di Presidente di AISAC Onlus (Associazione per la Informazione e lo Studio dell’Acondroplasia www.aisac.it) ho ricevuto diverse chiamate di genitori e adulti sorprese dalle Sue parole. Sono andato a leggere con attenzione i testi dei discorsi (uno tra l’altro fatto a braccio) e ho cercato di spiegare a tutti che sicuramente da parte del Santo Padre non vi era alcuna intenzione di ‘ferire’ o ‘offendere’ qualcuno bensì si trattava certamente di una svista benevola.

Lei sa bene quanto spesso le parole facciano più male delle pallottole se a maggiore ragione le si estrapola dal contesto in cui sono dette -come sempre più di frequente avviene in questo tempo- e le si interpreta a proprio modo.

Come Lei può immaginare tra gli aspetti più pesanti da sopportare per le persone con nanismo vi è la stigmatizzazione della propria immagine dettata sia da un retaggio storico culturale (i nani di corte, piuttosto che il mondo fiabesco e fantastico) sia dalla nostra fisicità che all’apparenza rimane spesso goffa e imprecisa appunto ed è per questo oggetto di scherno. Nonostante ciò, la maggiore parte delle persone adulte con acondroplasia hanno una vita lavorativa, crescono i propri figli e sono piuttosto integrati nella società. Questo comunque ottenuto con molte difficoltà perché la Società ed il Mondo nel suo insieme non è fatto per coloro che lo vedono dal basso verso l’alto anzi, e quindi è necessario giocare la propria partita con regole e strumenti ‘diversi’ appunto perché tutti siamo diversamente abili.

A tale proposito AISAC da più di trent’anni lavora per la valorizzazione della diversità attraverso attività nelle scuole di tutti i gradi, campagne di sensibilizzazione, mostre d’arte e dibattiti sul diritto alla debolezza per le persone con fragilità. Attività non sempre legate al nanismo ma che hanno come filo conduttore appunto il valore della diversità e il diritto alla propria individualità.

La ringrazio molto per il tempo che ci ha dedicato e Le auguro buon lavoro.


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