Economia & Impresa sociale
Il gioco d’azzardo e le dissonanze cognitive delle Istituzioni
Le improvvide dichiarazioni della Senatrice Chiavaroli appaiono senza senso alla gente comune. Ma sono solo la punta dell’iceberg. Purtroppo, per chi ha a che fare con la materia, non rappresentano una novità.
Lo scorso giugno, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel relazionare sull’attività svolta nell’ambito del Gioco Pubblico si spingono “oltre”, inconsapevoli delle contraddizioni in cui lo zelo della difesa dello Stato li spinge. Rispetto alle dichiarazioni della senatrice Chiavaroli, quanto scrive l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli andrebbe riportato nei manuali di psicologia come uno dei più fulgidi esempi di dissonanza cognitiva. Tra l’altro, trattandosi di una Istituzione pubblica e non di un individuo o di una azienda, riveste un interesse scientifico particolare.
Nell’Audizione (giugno 2013) del Direttore dell’Agenzia presso la VI Commissione Permanente “Finanze” della Camera dei Deputati, si descrive l’attività svolta dalla suddetta Agenzia. La Relazione di 80 pagine è reperibile qui. A pag 53-54, quando inizia la parte della Relazione dedicata all’Area Monopoli (dedicata appunto alla regolamentazione del Gioco pubblico) si legge:
- “La riserva statale sull’organizzazione dei giochi, prima ancora che nella raccolta di risorse finanziarie aggiuntive rispetto alle ordinarie entrate tributarie ed extra-tributarie, trova il suo fondamento nell’esigenza di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, di contrastare il crimine organizzato, di proteggere la pubblica fede contro il rischio di frodi e di salvaguardare i minori di età e i soggetti più deboli da una diffusione del gioco incontrollata, indiscriminata e senza regole.”
“Salvaguardare i soggetti più deboli” ? Qui, purtroppo non c’è dissonanza. Questa è pura ignoranza. L’Agenzia non ha letto la relazione del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio (nonché gli innumerevoli studi scientifici) che vedono l’incidenza maggiore del gioco d’azzardo problematico nelle fasce di popolazione più deboli (disoccupati, giovani, anziani, …).
- “Negli ultimi anni il mercato dei giochi ha avuto un notevole sviluppo sia a livello internazionale sia in ambito nazionale, dovuto al potenziamento degli investimenti e dell’offerta da parte degli operatori del settore, specie attraverso la rete internet ed il sempre maggiore interesse manifestato dai consumatori per questa forma di intrattenimento.”
- “Il comparto del gioco pubblico “legale” è un fenomeno di evidente rilevanza sociale ed economica, con importanti impatti sull’occupazione, sull’innovazione delle reti e tecnologica che il settore richiede ed assicura, sulla partecipazione alla ricchezza ed al valore aggiunto creato in Italia, nonché sulla stessa capacità di competere sui mercati internazionali … L’industria del gioco è stata una delle poche a non perdere addetti nel biennio 2011/2012 e ad impiegare giovani laureati, trattandosi di un settore a forte innovazione e tecnologicamente avanzato.”
- “Il principale obiettivo raggiunto con la diffusione del gioco legale è stato comunque quello di mettere all’angolo il “gioco d’azzardo”, vale a dire quella condotta vietata dall’ordinamento e penalmente perseguibile (art. 721 del Codice penale), nel cui ambito è ben maggiore il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata e, comunque, di pratiche illegali, frodi e comportamenti che non tutelano adeguatamente i soggetti più deboli, tra i quali in specie i minori. In ciò risiede la specifica rilevanza sociale cui si è innanzi accennato. “