Economia & Impresa sociale 

Banca d’Italia: se non è un regalo questo …

di Marcello Esposito

 

La vicenda della rivalutazione delle quote di Banca d’Italia ha a mio parere rappresentato, insieme all’emendamento “porcata” sul gioco d’azzardo, uno dei punti minimi del precedente Governo Letta. La discussione è stata accesissima: si è trattato di un “regalo” alle banche? Ha fatto bene Renzi ad alzare dal 12% al 26% la tassa sulle plusvalenze contabili che le banche hanno realizzato?

Per rispondere a questa domanda, basta leggere le Considerazione Finali del Governatore Ignazio Visco (Roma, 30/05/2014), che si aprono subito con la discussione della riforma dell’assetto proprietario della Banca d’Italia. Consentitemi di sorvolare sulle argomentazioni che il Governatore porta a sostegno della riforma e di andare subito al sodo, cioè a quanti dividendi la “nuova” Banca d’Italia ha distribuito ai soci privati in virtù delle nuove regole.

Ebbene, come volevasi dimostrare, il primo atto della “nuova” Banca d’Italia è stato la quintuplicazione dei dividendi distribuiti agli azionisti privati: 380 milioni di euro contro i 70 milioni circa del 2012 e degli anni precedenti.

E’ una cifra ragguardevole, che viene sottratta alla collettività. Un cifra superiore agli effetti che arrivano dall’abolizione delle Province e dal contributo richiesto alla RAI. Tra l’altro, con 380 milioni all’anno, le banche ripagano in 2,5 anni le tasse sulle plusvalenze contabili che aveva previsto il Governo Letta e in 5 anni le tasse che invece sacrosantamente Renzi ha fatto raddoppiare.

Ma il regalo non finisce qui. Questi dividendi corrispondono ad un rendimento leggermente superiore al 5%, che è un valore di assoluto rispetto se si pensa che le azioni Banca d’Italia sono praticamente risk-free e i BTP a 10 anni rendono a mala pena il 3%. Con un rendimento così, ci sarà la fila di investitori per rilevare le quote, eccedenti il 3%, che le grandi banche private dovranno liquidare nei prossimi 3 anni. E il controvalore di mercato sarà ben superiore ai 7,5 miliardi nominali.

“Ci adopereremo per agevolare questo processo” dice il Governatore, riferendosi alla cessione delle quote Bankit sul mercato eccedenti il 3%. Con questi dividendi, possiamo rispondere: “missione compiuta”, sig. Governatore!

 


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