Sostenibilità sociale e ambientale

L’ambiente è al centro degli interessi degli italiani

di Sara Bragonzi

Gli italiani appassionati e interessati ai temi della sostenibilità sono saliti al 62%, erano il 43% nel 2015.

Mi è sembrato adatto questo dato come premessa per iniziare a scrivere, qui su VITA, di buone notizie che riguardano l’ambiente.

Scovare le piccole e grandi notizie, innovazioni e suggerimenti che si ‘possono fare’ per aggiustare le cose e vivere meglio in un ambiente più sano. Questo è quello che voglio provare a fare in questo spazio che la rivista VITA mi ha dedicato. Perché se si può fare, facciamolo. E i dati più recenti confermerebbero l’interesse e la volontà di agire.

Ben il 45% degli italiani è infatti disposto ad acquistare un bene sostenibile anche se costa di più.

Due terzi degli italiani collocano il tema della sostenibilità davanti alla crisi economica. All’affermazione “In un momento di crisi economica, le persone hanno cose più urgenti di cui occuparsi della sostenibilità”, il 27% dice di non essere per nulla d’accordo. Ben 18 punti percentuali in più rispetto al dato dello scorso anno.

Non solo la percentuale di italiani convinti che della sostenibilità non si possa fare a meno anche in tempo di crisi è salita dal 27 al 37%, così come è passata dal 17 al 22% la quota di coloro che ritengono sia una tendenza da cavalcare, ma soprattutto è cresciuto il livello di dimestichezza e di comprensione dei “vocaboli” della sostenibilità. L’energia rinnovabile è il concetto più popolare, con il 40% del campione che ne ha sentito parlare e saprebbe descriverne il significato (+8% rispetto alla prima edizione dell’Osservatorio. I dati rilevano anche una maggiore attenzione ai comportamenti virtuosi. L’86% degli intervistati, infatti, dichiara di fare sempre la raccolta differenziata (+18% rispetto al 2015) e il 36% evita di utilizzare l’auto ogni qual volta sia possibile (+24%).

Concordo con quanto detto da Renato Mannheimer alla presentazione dei dati   “Siamo di fronte ad un cambiamento significativo e sempre più rilevante della nostra cultura sociale. Esaurite le “vecchie” ideologie, L’attenzione alla sostenibilità sta diventando sempre più uno dei valori portanti del pensiero collettivo e dei comportamenti che ne seguono” .

Di tutto rilievo è anche l’incremento in doppia cifra nell’indice di disponibilità all’acquisto di beni sostenibili. Il 61% del campione, infatti, acquisterebbe elettrodomestici a basso consumo anche a fronte di un prezzo superiore, il 61% lampadine a LED per illuminare casa e il 26% è disposto a spendere di più per comprare energia da fonti rinnovabili. Non passa inosservato l’effetto EXPO sul cibo, riflesso nella preferenza accordata dal 52% degli intervistati all’acquisto di prodotti a “Km 0” e nel 47% che privilegia i prodotti da agricoltura biologica. A parità di sostenibilità, inoltre, l’80% degli intervistati dichiara di preferire l’acquisto di prodotti Made in Italy.

Secondo le rilevazioni del ‘Secondo Osservatorio sugli stili di vita sostenibili LifeGate ed Eumetra Monterosa’ , da cui sono stati tratti i dati, al primo posto tra le motivazioni delle scelte che guardano alla sostenibilità ambientale, c’è il senso di responsabilità per le generazioni future (85% ), seguita dalla ricerca del benessere e dall’amore per l’ambiente(81%).

Tendenze queste che paiono confermate dal recente studio condotto on line su un  campione di circa 2.500 consumatori italiani, da Adiconsum, l’Associazione per la Difesa dei Consumatori e dell’Ambiente, ed Ecodom, il principale Consorzio Italiano per il Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici, che hanno realizzato uno studio dal titolo “Conosciamo l’Ambiente

Dallo studio è emerso che più della metà degli intervistati (60%) si sente molto responsabile della salvaguardia dell’ambiente in cui vive.

Anche sul tema dell’alimentazione le tendenze sono positive.

Da un’indagine commissionata a GfK  da TreValli , presentata a Expo 2015 in due decenni, si è registrata un’evoluzione senza precedenti nella cultura gastronomica italiana.

Dal 1995 a oggi sono infatti aumentati gli italiani che si ispirano alla dieta mediterranea (sono ora il 62% , erano il 41%)e dal 2006 a oggi sono 2 milioni gli italiani che hanno preso le distanze dalla carne, con il 18,1% che la consuma meno di una volta a settimana, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegetariani e vegani.


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