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Sostenibilità sociale e ambientale

Vivere da soli a Milano ai tempi del Covid 19, partecipa all’indagine

di Sara Bragonzi

La città di Milano è una delle realtà in cui l’aumento negli ultimi anni del numero di persone che vivono da sole è risultato particolarmente marcato. I dati più recenti mostrano che circa la metà dei nuclei familiari cittadini è composto da una sola persona. Al tempo stesso Milano, come in generale la Lombardia, è stato anche uno dei territori più colpiti dal coronavirus. E’ pertanto importante capire come le persone che abitano da sole, in particolare adulte e anziane,abbiano vissuto questo periodo, come vi abbiano fatto fronte, quali problemi abbiano incontrato e a quali aiuti abbiano potuto, o meno, fare riferimento in caso di bisogno.

Per comprendere questa condizione, che è stata poco narrata nei mesi scorsi, un gruppo di persone che la condivide ha deciso di avviare sul territorio cittadino la ricerca Vivere da soli a Milano ai tempi del Covid 19. L’obiettivo è quello di conoscere la condizione delle moltissime persone che a Milano vivono sole per poterla poi rappresentare alle istituzioni, agli enti e alle associazioni che sul territorio cittadino operano.

Il questionario è rivolto alle persone di età uguale o superiore a 40 anni residenti o domiciliate a Milano che vivono stabilmente da sole e hanno trascorso da sole il periodo di isolamento in casa(lockdown).

Vivere da soli a Milano ai tempi del Covid 19 è un'iniziativa promossa e organizzata da quattro cittadini milanesi: Graziella Civenti (assistente sociale), Alessandro Magni (operatore culturale), Orleo Marinaro (data scientist) e Gianna Stefan (agente di sviluppo del territorio).

La ricerca/azione non ha organizzazioni e finanziamenti alle spalle ed è promossa da persone che condividono la condizione dell'abitare da solo e pensa sia giunto il momento che i discorsi e le politiche pubbliche prestino attenzione a questo target, finora trascurato. Un target che comprende un ventaglio variegato di soggetti: dai/dalle quarantenni in carriera, ai/alle cinquantenni disoccupati, dai/dalle sessantenni separati o divorziati, ai/alle settantenni in pensione, ai/alle vedovi/e ottantenni… e via dicendo.

Il principio di cittadinanza attiva è all’origine del gruppo di lavoro che, se sconta come propria debolezza la non formalizzazione in ‘strutture’ più istituzionali, quali quelle che di solito svolgono attività di ricerca, trova d’altro lato il suo elemento di originalità e forza proprio nell’essere nato dal basso, da chi sperimenta una condizione e si dota degli strumenti per renderla visibile e oggetto di confronto e discussione pubblica. Attraverso l’intenso lavoro di comunicazione e costruzione di reti necessario alla diffusione dell’indagine, il progetto si propone, inoltre, di sollecitare e favorire lo sviluppo di processi di partecipazione e cittadinanza attiva più ampi.

Ci siamo messi insieme e socializziamo le nostre competenze e risorse (metodologia della ricerca sociologica, statistica informatica, capacità di fare rete, ecc.) e metteremo i nostri risultati a disposizione di enti e associazioni, attive sul territorio della città di Milano, affinchè possano essere utili a individuare eventuali nuove progettualità

Gianna Stefan

Il questionario è anonimo, non è richiesto di indicare il proprio nome o altre informazioni che rendano identificabile la persona. I dati rilevati inoltre saranno trattati in forma aggregata in modo da garantire pienamente il diritto alla privacy di coloro che accetteranno di descrivere la loro esperienza.
La raccolta prosegue fino alla fine di novembre 2020 da questo link


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