Politica

Il coraggio di vivere, ovvero auguri Riccardo!

di Franco Bomprezzi

Caro Riccardo,

ho controllato la tua pagina facebook: hai ricevuto in poche ore quasi 400 auguri di buon compleanno, da amici di ogni tipo, contatti personali, familiari, colleghi, persone più o meno illustri nel mondo dell’associazionismo, della cooperazione, del volontariato e altro ancora. Un campione dell’umanità che hai incrociato nel tempo da quando hai deciso di declinare il tuo mestiere di giornalista verso una direzione del tutto speciale, e hai coinvolto, 20 anni fa, una piccola armata Brancaleone, della quale sono onorato di far parte. Ho aspettato il giorno dopo, e oggi, 16 agosto, ti faccio di cuore i miei auguri per i tuoi primi 60 anni. Posso farlo senza timore di irriverenza, visto che ti precedo di due anni e quindici giorni, come ben sai.

Ti ricordi “Il coraggio di vivere”? Certo che sì. Ci eravamo conosciuti alla Vela d’oro, a Riva del Garda, più di 20 anni or sono, alla presentazione della stagione dei programmi della Rai. Simpatia reciproca a prima vista, e poco dopo dedicasti un servizio del tuo programma, condotto assieme a Nadia Di Bella (primo e rarissimo tentativo di coinvolgere una persona con disabilità nella conduzione televisiva…), alla mia singolare esperienza di vita, professionale e personale, entrando in casa mia (allora c’era mia moglie Nadia, anche lei a rotelle, che ci ha lasciato nel 2003…). Tutto con simpatia e naturalezza, niente pietismo, ma semplicemente un racconto di vita (altro programma…).

Poi venne Vita, e mi coinvolgesti subito tra i collaboratori del settimanale. Questo per dire che hai fondato Vita all’età di 40 anni, l’età dei rottamatori, a quanto pare. Non c’era nulla di simile, allora, e direi che la situazione non è cambiata granché. Non tutto è andato come forse speravi, perché in Italia è difficile coniugare indipendenza (ovvero rinuncia a finanziamenti pubblici) con autosufficienza editoriale e professionalità. Ma adesso, a 60 anni appena compiuti, puoi secondo me dichiararti soddisfatto, tanto più che proprio in questi mesi, incredibilmente, il terzo settore (sic!) sembra tornare al centro della scena e dell’agenda politica e legislativa.

Ma ci sarà tempo per riflettere su questo aspetto. Adesso voglio solo augurarti una nuova stagione di vita e di impegno, superando di slancio le difficoltà fisiche di questo periodo (ci sono passato anche io proprio a ridosso del giro dei sixties… e ti assicuro che adesso mi sento un ragazzino, con tante cose da fare e da imparare…), e dedicando poi, con maggiore attenzione alla tua salute che è un bene comune, e non soltanto tuo, il tempo necessario a proseguire questo dialogo fra culture diverse, molto laico (pur nella tua profonda religiosità). Il mondo là fuori non è buono come vorremmo, questo è sicuro. I social network ci restituiscono anche autentici esempi di cinismo, egoismo, cattiveria, insensibilità. Ma noi abbiamo sempre e comunque “il coraggio di vivere”. Insieme, mai da soli. Senza urlare, ma cercando ogni giorno di ascoltare, di spiegare, di accompagnare verso il futuro.

Buona Vita, amico mio, amico nostro.