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Mike Havenaar, il Tulipano giapponese

di Roberto Brambilla

 Un metro e novantaquattro centimetri di altezza, una buona tecnica e 11 gol nell’ultimo campionato olandese con la maglia del Vitesse. Mike Havenaar, 26 anni, è uno degli attaccanti a disposizione di Alberto Zaccheroni, tecnico del Giappone che a mezzanotte sfiderà l’Italia nella seconda giornata del girone A della Confederations Cup di calcio.

Un giocatore, il numero 11 dei Samurai Blu (questo il soprannome dalla Nazionale asiatica) che ha una storia particolare. Davvero. Mike è infatti nato nel 1987 a Hiroshima, dove papà Dido, olandese ex portiere dell’ ADO Den Haag, si era trasferito nel 1986 per giocare nel Madza, antenato del Sanfrecce, una delle squadre più famose della J-League, la serie A giapponese. Qui sull’isola di Honshu, il 30 enne ha conosciuto una donna, campionessa nazionale di eptathlon con cui si ha avuto due figli, Mike e Nikki.

E Dido a differenza di molti calciatori europei o sudamericani, trasferitosi nella J-League solo per chiudere la carriera (vedi Zico e Leonardo) non è più tornato a casa. E nel Paese del Sol Levante ha cresciuto i due ragazzi tra passione per il calcio (Dido è stato nel 1993 anche allenatore dei portieri della Nazionale) e usanze giapponesi.

Mike, che è cittadino nipponico dal 1994, preferisce il sushi al formaggio olandese e il sakè alla birra, oltre a disticarsi molto meglio con i kanji e i katakana che con le consonanti gutturali del neerlandese. Nel paese dei suoi avi ci è tornato solo un anno e mezzo fa per giocare. Ad Arnhem, gli vogliono bene per i gol e per gli assist. E per la coppia formata con l’ivoriano Wilfred Bony, capocannoniere della Eredivisie 2012-2013 con 31 gol.


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