Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Moda, Un riuscito sposalizio tra “dolce vita” e Islam

di Nawart Press

Della moda noi italiani pensiamo di sapere tutto. Abbiamo dato i natali a maestri del calibro di Armani, Ferrè e Valentino, quindi cosa avremo mai da imparare ancora su linee, tagli e tessuti?

L’anno nuovo si apre però con l’ennesima rivoluzione e lascia interdette anche le fashion victims più ardite. Sono i due siciliani più glamour al mondo, i precursori di mille tendenze, i fondatori di un marchio insignito di mille onori e tramutatisi in un brand loro stessi, re di scandali e gossip, a rubare i riflettori e la scena, tra giornali e passerelle, spezzando la gelosa tradizione sartoriale italiana.

Se una cosa è ormai chiara dopo le tragedie del 2015 è che il nemico – di qualunque natura esso sia – cresce e si alimenta grazie alle barriere d’odio e sospetto issate ogni giorno tra le diverse comunità sparse per il mondo. Ed è proprio qui che Stefano Dolce e Domenico Gabbana, padri del celebre marchio Dolce&Gabbana, sono intervenuti dando una lezione forte, che va ben oltre gli innovativi capi da loro creati.

“La casa di moda italiana Dolce&Gabbana ha lanciato la sua prima collezione di abaya (la tunica nera semplice o decorata indossata dalle donne del Golfo) su scala globale,” ha pubblicato il magazine patinato per signore Style Arabia il 3 gennaio. Fino a poco prima sarebbe stato impensabile anche solo scrivere Dolce&Gabbana e abaya nella stessa frase e ora… Il brand che si è fatto conoscere negli anni per lacci, inserti in pelle e strappi profondi, crea un riuscito sposalizio con la veste simbolo del mondo islamico più osservante.

Stefano Gabbana qualche indizio l’aveva già dato il luglio scorso quando, come riporta il quotidiano The National, durante un ritrovo di haute couture extravaganza per 300 eletti compratori – tra cui molti ricconi del Golfo – ha esordito dicendo: “Non mi sembra neanche di star lavorando e voglio che i miei ospiti abbiano questa percezione. Così è anche in Medio Oriente – dove gli ospiti sono molto importanti – e per i miei ospiti voglio il meglio, tanto che da ospiti mi aspetto che diventino amici.”

Ancora, “Sono molto affascinato dal Medio Oriente e infatti abbiamo appena completato una collezione pret-a-porter di abaya che sarà in vendita negli Emirati Arabi Uniti a ottobre.”

Passeggiando per i centri commerciali extra lusso del Qatar e degli Emirati è impossibile non notare come l’abaya, lasciata distrattamente aperta e accompagnata da tacchi vertiginosi o accessori di grido, giochi su un vedo e non vedo spesso provocante, al limite del sexy. Dolce&Gabbana ha mantenuto per quasi tutti i suoi modelli la linea classica e il nero originale, e solo brevemente attinto alla sobria tavolozza dei bianchi e beige, e lavorato su ricami nuovi, semplici ma peculiari – come rose, margherite o limoni – per regalare un tocco di sicilianità e dolce vita alle sue clienti, a cavallo tra tradizione (e religione) e amore per la moda (e il lusso).

Non ci interessa sapere se i due stilisti nostrani abbiano agito per spirito di solidarietà o fini imprenditoriali, perché la verità è che il risultato, frutto di voglia di esplorare e capire mettendo in risalto il proprio essere, è comunque terribilmente cool.

Guardate, e provate, per credere.

 

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA