Politica & Istituzioni

La tragicomica morale della vicenda Sea Watch 3

di Riccardo Bonacina

Quindi, ieri, dopo 13 giorni in mare, di cui 5 davanti alle coste di Siracusa, e dopo l’accordo per la redistribuzione in Europa dei 47 migranti a bordo, la Sea Watch ha attraccato a Catania, Grazie alla formalizzazione dell'accordo europeo. Oltre al Lussemburgo, al patto, hanno aderito Germania, Francia, Portogallo, Romania, Malta e naturalmente Italia.
I 47 migranti a questo punto spariscono da nostri occhi, probabilmente andranno in un hotspot a Pozzallo o a Messina per essere identificati e poi trasferiti nei Paesi europei che hanno dato la disponibilità. Chissà? E chi se ne frega di dove andranno diranno i più. Ma tale reazione non ci esime dal trarre qualche conclusione di una vicenda davvero triste.

Tra le reazioni più tragicomiche c’è quella del solito Toninelli

Come spiegare a Toninelli e ai suoi sodali di Governo che se si vuole che sia l'Europa a farsi carico dei migranti e non l'Italia bisogna riformare il regolamento di Dublino. La Lega il 16 novembre 2017 al voto europeo per riformarlo si è astenuta. E il M5S ha votato contro. Il Governo giallo verde, da parte sua, lo scorso 28 giugno ha dato l’ok ad un accordo che accantona la riforma del regolamento di Dublino accodandosi al gruppo di Visegrad che sempre ha voluto ricollocamenti volontari e non obbligatori, insomma una solidarietà “flessibile” (leggere qui). Per questo ogni volta si metterà in scena questa triste pantomima per la gioia di Salvini e della sua campagna elettorale da qui alle elezioni europee.

Italia in crisi di credibilità

In occasione della triste e lunga trattativa sulla pelle di 47 disperati (47:7 saranno dislocati, quando?, 6,7 per Paese!), che una volta di più ha dato una plastica rappresentazione della pochezza dell’Europa oggi, si è tra l’altro saputo che per ora il nostro Paese è insolvente rispetto al precedente impegno sui trasferimenti. "L'Italia è l'unico Paese che non ha ancora avviato l'iter con Malta per il trasferimento della quote di migranti salvati a bordo della Sea Watch il 9 gennaio scorso. Ancora non abbiamo avuto alcun contatto col Viminale", ha detto il premier maltese Muscat ricordando che l'Italia si dovrebbe far carico di 15 persone. "Spero sia solo una questione tecnica da parte del governo italiano – ha auspicato Muscat – perché gli altri Stati membri che avevano preso l'impegno lo hanno mantenuto. Di sicuro la Francia, che è stato il primo Paese che ha adempiuto: il processo è iniziato dopo tre giorni con un sistema quasi automatico per la gestione di questi casi. Poi l'Olanda, il Lussemburgo e negli ultimi giorni la Germania". Un ulteriore colpo alla credibilità dell’Italia!

Far sparire dai nostri occhi i profughi

Che dire poi del Comunicato della Presidenza del Consiglio? “L’Italia ritiene che la giurisdizione, nel caso di specie, appartenga all’Olanda, in quanto paese di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio in acque internazionali. Pertanto domani l’Italia depositerà una memoria davanti alla Corte, con la quale farà valere la giurisdizione olandese, contestando la propria legittimazione passiva”. Burocrazia, linguaggio giudirico sotto cui si occulta l’urgenza e il bisogna di 47 esseri umani. Che vergogna.

Giustamente il presidente dell'Ong Sea Watch, Johannes Bayer, commenta la decisione di fare sbarcare i 47 migranti a bordo della nave "Siamo felici per i nostri ospiti, che il loro calvario ora giunga al termine, ma rimane un giorno vergognoso per l'Europa. I diritti umani non dovrebbero essere negoziati, e gli esseri umani non dovrebbero essere contrattati.

Ora la Sea Watch sarà fermata a Catania (non un caso che da Siracusa sia stata indirizzata nella città del procuratore Zuccaro). A causa di "una serie di non conformità" che riguardano sia "la sicurezza della navigazione", sia "il rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino" la nave non potrà lasciare Catania. È quanto rende noto la Guardia Costiera al termine dell'ispezione amministrativa effettuata sulla nave, è il pretesto (come le gomme un po' liscie o la marmitta che fa uno strano rumore) per fermare l’ultima nave di una Ong.

Ora, come reso noto da un prezioso report di Oxfam e Borderline Sicilia reso noto oggi, non ci saranno più testimoni alla scia di sangue che sta devastando il mediterraneo, e non ci sarà più nessun testimone indipendente, nessuno che ci faccia guardare in faccia i disperati in fuga. A due anni dalla firma, l’accordo Italia – Libia, sostenuto dall’Ue, continui a causare morte nel Mediterraneo e violazioni dei diritti umani: 5.300 in due anni e 143 morti su 500 arrivi solo nel 2019. In migliaia sono detenuti in condizioni disumane nelle carceri libiche. 15 mila migranti sono stati riportati indietro l’anno scorso dalla Guardia costiera libica, alimentando così il traffico di esseri umani

Caso Salvini-Diciotti, l'apoteosi del tragicomico

Veniamo aI caso Diciotti e al voto sull'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, volete sapre come andrà? Semplice, i 5 Stelle voteranno no all'autorizzazione a procedere e ci spiegheranno che Salvini bloccando una nave della nostra Marino Militare (la Diciotti, appunto) avrà difeso “I confini e la sicurezza nazionale”. Scegliete voi se piangere o ridere.

A presto


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