Politica & Istituzioni

Catalfo, un fantasma al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali

di Riccardo Bonacina

All’indomani dell’ insediamento del Governo Conte 2, nel sondaggio di valutazione dei ministri del fatto tra i lettori de L’Espresso nel settembre scorso, Nunzia Catalfo si piazzò per notorietà e apprezzamento al 20° posto su 23 ministri.

Per la senatrice (dal marzo 2013) Catalfo il passato e il curriculum non giocavano in suo favore. Attivista del MoVimento 5 Stelle fin dal 2008, ha contribuito a scrivere il disegno di legge sul Reddito di cittadinanza ed è prima firmataria del disegno di legge sull’equo indennizzo. In possesso solo di un diploma di liceo scientifico, nella sua carriera professionale si è occupata di formazione, dispersione scolastica e aiuto all'inserimento in collaborazione con i centri per l'impiego e i servizi per l'impiego in generale. Insomma, nessuna skill particolare o di particolare interesse. Solo corsi e corsetti per specializzazioni come Orientatore e selezionatore del personale, Progettista e tutor di percorsi elearning e Stenotipista. Una navigator ante litteram.

Divenne in qualche modo nota il 21 luglio 2014 quando fu immortalata con una lacrimuccia nella discussione sulle Riforme istituzionali promosse dal Governo Renzi. Per giustificarsi, con la solita misura e proprietà di linguaggio dei grillini, scrisse su Facebook: Piango per i miei figli e i nostri figli a cui vogliono consegnare un NON FUTURO, piango perchè vedo un popolo asservito, piango perchè vedo dei rappresentati delle istituzioni senza alcuno spessore politico, piango perchè la nostra ITALIA si merita molto di più! MOLTO MOLTO MOLTO DI PIU'! …. Piango… ma non mi ARRENDO!".

Ora, da settembre 2019 è toccato proprio a lei e da quattro mesi tutti stiamo aspettando le sue performance competenti e politicamente cazzute. Ebbene, superate ormai le 120 giornate di Governo la scia lasciata dalla Catalfo è finora pari a zero. Il nulla.

Praticamente un fantasma nei tormentati e difficili passaggi della Legge di Bilancio. Qualcuno tra voi ricorda una sua battaglia, una sua richiesta. Il sottoscritto ricorda le uscite dei suoi sottosegretari ma non quelle di Nunzia Catalfo. Non è che una ministra deva stare tutto il giorno sui social o a farsi intervistare nei salotti Tv, ma farsi sentire ogni tanto e ogni tanto alzare la voce sui temi che gli sono cari lo dovrebbe fare. Non ci si può limitare a qualche uscita propagandistica sul Blog 5 Stelle o con poche testate amiche! I risultati, infatti, sono stati abbastanza deprimenti, per esempio il sistema duale dell’istruzione e formazione ha perso 3,3 mln. Una beffa per i quasi 30mila allievi che in 15 Regioni frequentano questi percorsi secondo la duplice forma dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato.

Desparecida anche una delle sue bandiere, il disegno di legge sul salario minimo. Punto cardine del programma dei Cinque stelle. I tavoli sulle crisi aziendali (150 in tutto) non odono la sua voce e da più parti si è lamentato lo scarso coordinamento tra Ministero del lavoro e Mise.

Riguardo ai temi propriamente sociali, ancora non è dato sapere quando saranno erogate le somme alle organizzazioni di volontariato destinatarie dei fondi 2018 (in genere entro novembre veniva comunicato) e non sono stati ancora messi in campo i bandi 2019. La Riforma del Terzo settore attende vari decreti e regolamenti e il dossier alla Commissione europea sul trattamento fiscale non è ancora stato inviato. Non si può vivere di sole “Cabine di regia” cara ministra. Quelle servono a perdere del gran tempo. Bastano le telefonate, eddai.

Quel che è peggio è che non essendo ancora state affidate deleghe ai sottosegretari l’intera macchina del ministero gira a vuoto o è bloccata. Qualcuno ha visto Nunzia Catalfo?


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