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Politica & Istituzioni

Il Parlamento quasi unanime alza le spese militari. Un errore e una vergogna

di Riccardo Bonacina

È un automatismo intollerabile quello che ieri è andato in scena alla Camera dei deputati. L’automatismo di chi ogni giorno di più si sente in guerra e perciò si riempie di armi. Un cedimento infantile, o senile (scegliete voi), ma sicuramente dannoso per la costruzione della pace.

La Camera dei deputati ha dato il suo via libera all'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, approvando un Ordine del giorno presentato dalla Lega Nord e collegato al decreto "Ucraina". I voti a favore sono stati 391 su 421 presenti con soli 19 voti contrari. Il testo è stato sottoscritto da Pd, Fi, Iv, M5S e FdI.

Nella parte dispositiva del testo approvato si legge come tale risultato dovrebbe essere raggiunto «predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione”», mentre nell’immediato si debba agire per «incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale».

Ciò significherebbe, citando le cifre fornite dal Ministro della Difesa Guerini passare dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno). In Italia il bilancio della Difesa è, peraltro, in costante crescita, dai 21,4 miliardi del 2019 ai 26 del 2022.

In questi anni, nonostante le crisi economiche e le pandemie, si è tagliato tutto: scuola, welfare, sistema sanitario, formazione, ma mai un euro sulle spese militari.

È un grave errore nel merito e una vergogna perché si usa il dolore delle donne è degli uomini ucraini per assecondare le lobby delle armi.

Come ha scritto Aldo Bonomi: “Non pare esserci dubbio che l’invasione dell’Ucraina confine d’Europa acceleri la formazione di un capitalismo politico europeo, con tanto di stanziamenti di bilancio per il riarmo, che accelererà il divenire di un’Europa dall’alto, con continue crisi e salti dei processi democratici, che poi a ben vedere è la cifra che caratterizza il capitalismo politico”.

Ieri erano 29 anni dalla morte di un mio maestro, Giovanni Testori, nell'ultima intervista ch egli feci dall'ospedale San Raffaele mi disse a proposito delle immagini che arrivavano dall'Africa: “Quelle immagini terribili di bambini ci giudicano. Io mi immagino di reincontrare in cielo quei volti scavati e ci chiederanno ragione della nostra spensieratezza, della menzogna delle nostre parole e della nostra vita. Quei bambini solo apparentemente non parlano, le loro parole le sentiremo tutte il giorno del giudizio", parole che ripeterebbe anche oggi di fronte ai tanti bambini in fuga, di fronte alle città ucraine martirizzate. Eppure, ne sono certo, guardando alla pagina parlamentare di ieri avrebbe detto “Questo no! No!” Perchè sapeva tenere insieme le due cose, l'orrore per l'ingiustizia e l'orrore per ciò che ne produce ancor di più. E questo dobbiamo fare anche noi, oggi.


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