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Quindici milioni per la transizione digitale del non profit

Si chiama “Digitale sociale il nuovo bando promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale - Impresa sociale. «Puntare sull’empowerment di coloro che aiutano le persone più fragili vuol dire per noi sostenere tutto il sistema Paese» dice Giovanni Fosti, presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. Scadenza il 19 luglio

di Redazione

Quindici milioni di euro per sostenere la transizione digitale del non profit. È questo il finanziamento previsto dal nuovo bando “Digitale sociale”, promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale. Destinatari sono gli enti che operano in uno o più settori di interesse generale dell’economia sociale, per sostenere progetti che mirano a rafforzare le competenze e conoscenze digitali delle persone che operano nel non profit. Il Fondo finanzierà la realizzazione di percorsi formativi e l’eventuale implementazione di una soluzione digitale per migliorare i processi interni o i servizi offerti alla collettività.

Il digitale può sostenere e agevolare il lavoro delle organizzazioni non profit. Secondo gli ultimi dati Istat pubblicati ad aprile 2024, il non profit negli ultimi anni è in crescita: le organizzazioni attive sono oltre 360mila, con circa 893mila dipendenti e oltre 4,6 milioni di volontari. L’investimento nella formazione e nello sviluppo di competenze digitali dei propri dipendenti, collaboratori e volontari risulta essenziale per consentire al settore di massimizzare il potenziale delle tecnologie digitali nel perseguire missioni e obiettivi sociali.

«Il Fondo ha ritenuto opportuno dedicare risorse alla formazione e all’aggiornamento delle competenze degli operatori del mondo non profit. Con il Comitato di indirizzo strategico abbiamo scelto di supportare questo target consapevoli del ruolo da loro svolto nella nostra economia sociale e al fine di accrescerne le occasioni e gli strumenti di sviluppo anche al fine di raggiungere un numero maggiore di persone», spiega Daria Perrotta, presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale.

Una ricerca condotta da Fondazione Italia Sociale, Deloitte Private e TechSoup Italia ha evidenziato come una delle cause della “resistenza all’investimento in innovazione” da parte delle organizzazioni non profit è l’insufficienza di competenze di dipendenti e collaboratori. Pertanto, un driver su cui puntare per favorire l’adozione di pratiche innovative in ambito non profit consiste nel rafforzare i percorsi di professionalizzazione ed investimento in risorse umane. «Puntare sull’empowerment di coloro che aiutano le persone più fragili vuol dire per noi sostenere tutto il sistema Paese» dice Giovanni Fosti, presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. 

Le proposte progettuali possono essere presentate da partenariati di almeno due soggetti, al cui interno dovranno essere presenti una rete formale o un gruppo di enti privati non profit che presentano un bisogno comune di empowerment delle competenze digitali dei propri dipendenti e/o collaboratori stabili, inclusi i volontari e un soggetto pubblico o privato non profit con comprovata esperienza nella realizzazione di progetti in ambito digitale. Ogni progetto può essere sostenuto con una cifra compresa tra 500mila euro e un milione di euro. C’è tempo fino al 19 luglio per partecipare attraverso il portale Re@dy (www.portaleready.it). Ove si preveda lo sviluppo di una soluzione digitale, è richiesta una quota di cofinanziamento pari ad almeno il 20%. Gli enti for profit possono essere coinvolti come fornitori per l’erogazione della formazione e/o l’implementazione della soluzione digitale per una quota massima del 25% del contributo di progetto.

Info sul sito fondorepubblicadigitale.it. Webinar gratuiti il 10 maggio ore 14.30 (Iscrizione) e il 14 maggio ore 9.30 (Iscrizione).

Foto di Headway su Unsplash


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