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Attivismo civico & Terzo settore

I muratori del servizio civile

di Claudio Di Blasi

Il muratore bergamasco è una figura leggendaria nell’immaginario delle regioni del nord.

Parte alle quattro del mattino dalle valli e dai paesi della pianura, ore passate sul furgoncino in autostrada, per poi lavorare ore ed ore a “tirar su muri” da Venezia a Torino.

Ai tempi dell’obiezione di coscienza al servizio militare, parliamo di trenta anni fa, andavo in giro per la bergamasca, tentando di convincere i ragazzi a dichiararsi obiettori piuttosto che fare la naja nella Brigata Alpina Orobica.

Ricordo questi incontri, in cui occorreva calibrare con precisione giorno ed ora: molti di questi diciottenni facevano già da un paio d’anni i “bocia” (tradotto in italiano corretto “apprendisti edili”) nell’azienda del papà…. una vita durissima: sveglia all’alba, ore di viaggio, giornata di lavoro, ritorno a casa alle otto di sera, se non c’era coda in autostrada. Le serate erano cadenzate da rituali: giovedì la morosa, venerdì a ballare, sabato con gli amici al bar…. e da una grande stanchezza.

Provate voi a parlare in queste condizioni di obiezione, utilizzando oltretutto il linguaggio “giusto”.

Per capire, con un pizzico di ironia, chi è il muratore bergamasco, potete vedere qua http://www.youtube.com/watch?v=uNKDfXrntEE dieci minuti di Enrico Bertolino… ma tenete presente che è una versione edulcorata… il comico è di origini milanesi.

Ma che c’entrano i muratori (o, per usare il termine politicamente corretto, lavoratori edili) con il servizio civile?

C’entrano, perché sono una bella storia con cui iniziare il 2013, un’esperienza che “innova e cambia questo Paese in direzione della sostenibilità sociale, economica e ambientale”, per citare alcune righe di Riccardo Bonacina, ricevute nei giorni scorsi.

Dovete sapere che imprenditori, artigiani e lavoratori edili hanno dato vita da decenni ad organizzazioni di carattere “mutualistico e previdenziale”: le prime Casse Edili (che riuniscono lavoratori ed imprenditori) nascono negli anni successivi alla I guerra mondiale. Negli ultimi trenta anni alle Casse Edili si affianca “Edilcassa”, che invece raggruppa i lavoratori e le imprese artigiane del settore.

Cassa Edile ed Edilcassa svolgono importanti attività di carattere assistenziale e sanitario, fornendo aiuti economici agli associati: rimborsi per spese sanitarie di vario genere, appoggio in caso di infortunio o malattia professionale, sostegno economico in caso di famigliari disabili.

 

Bene, persone previdenti, questi muratori: ma il servizio civile?

Questi lavoratori vivono in Comuni, e può capitare che una trentina di questi enti locali creino un unico consorzio per la gestione dei servizi sociali, coinvolgendo in ciò sia il mondo della cooperazione sociale che il volontariato.

Una realtà del genere si è formata nella Valcavallina, il territorio della bergamasca che congiunge la città di Bergamo al lago di Iseo, e si chiama Consorzio Servizi Valcavallina: un’area con circa 100.000 abitanti.

I servizi alla persona di questo territorio soffrono problemi immaginabili: aumento delle richiese di intervento, diminuzione delle risorse disponibili, emersioni di nuove criticità a cui è sempre più difficile dare risposta.

In un tale contesto la risorsa del servizio civile volontario e della leva civica è essenziale: sono circa una trentina i ragazzi e le ragazze ingaggiati in queste esperienze, sparsi nei servizi sociali e nelle biblioteche di tutta la valle e coordinati dal Consorzio.

 

Cassa Edile, Edilcassa e Consorzio Servizi Valcavallina hanno interessi comuni: fornire servizi alla persona ai cittadini (il Consorzio) ed agli iscritti (le organizzazioni mutualistiche).

Ora provate ad immaginare un ente di servizio civile che propone a queste realtà di creare sinergie, utilizzando il servizio civile e la leva civica come moltiplicatore di servizi.

E’ quello che ha fatto Associazione Mosaico, ente di servizio civile iscritto all’albo di Regione Lombardia.

Il risultato è stato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, firmato dalle quattro realtà, per la realizzazione di un programma sperimentale sul tema della disabilità, incentrato sulla leva civica.

Il protocollo prevede l’impiego di tre giovani in leva civica, con un percorso della durata di dodici mesi ed una presenza di 20 ore settimanali, con un assegno mensile di 300 €.

I ragazzi saranno gestiti dal Consorzio Servizi Valcavallina, mentre la gestione amministrativa e formativa (si prevede la certificazione delle competenze acquisite mediante gli standard regionali, con un percorso d’aula di 72 ore) sarà coordinata da Associazione Mosaico.

Il progetto prevede che le attività di supporto ai disabili saranno svolte per il 50% a favore dell’intera popolazione, mentre per il restante 50% saranno usufruite da famiglie di iscritti a Cassa Edile ed Edilcassa, ovviamente residenti nei comuni del Consorzio ed individuate di comune accordo tra i quattro enti contraenti il protocollo.

L’impegno finanziario del percorso sperimentale è di circa 15.000 €, di cui il 50% proviene da Cassa Edile ed Edilcassa, mentre il Consorzio Servizi Valcavallina mette un altro 50%.

La sperimentazione, avviata a fine dicembre 2012, durerà un anno.

Al termine dell’esperienza si tireranno le conclusioni: se esse, come tutti si augurano, saranno positive, si allargherà l’esperienza ad altri territori.

I vantaggi per i vari attori di questa sinergia sono evidenti:

– per il Consorzio di enti locali si tratta di reperire risorse aggiuntive per l’attuazione di servizi alla persona (questione non secondaria di questi tempi), oltre a offrire percorsi di formazione per i giovani residenti in zona;

– per Cassa Edile ed Edilcassa è l’occasione di ripensare la modalità di intervento assistenziale a favore dei propri aderenti, offrendo non solo un contributo economico ma anche un servizio di welfare legato alla progettazione degli enti locali;

– per Associazione Mosaico è un modo di finanziare nuove posizioni di leva civica regionale, ampliando il proprio intervento;

– per i giovani, è un’ulteriore possibilità di formazione e di coinvolgimento nel tessuto sociale della propria comunità.

Bene, spero che ora sia chiaro la relazione tra “muratori” e “servizio civile – leva civica”.

La crisi, non solo economica ma anche di scopi ed identità, può essere l’opportunità per aprire nuovi sentieri, cercare e creare opportunità e condivisioni.

Voglio pensare che percorsi, come quello descritto, indichino nuovi modi di fare welfare e di impiegare risorse … e di idee nuove abbiamo un disperato bisogno.

 

 


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