I fagiolini del mistero
28 Agosto Ago 2020 1959 28 agosto 2020Le preferenze culinarie dell’ADMC (l’adolescente del mio cuore, sempre lui) restano un grande mistero dell’universo. Non so se la scienza riuscirà mai a dare una risposta a tutti i miei punti interrogativi, ma io non perdo la speranza. Voglio dire, siamo vicini ad andare su Marte, vuoi dire che nessuno saprà mai spiegarmi perché a mio figlio fino a ieri piacevano i fagiolini lessi freddi, conditi con olio, sale e aceto, mentre adesso gli stessi identici fagiolini “fanno davvero schifo, mamma”?
Com’è possibile che ieri sera sia andato a dormire con i fagiolini inseriti nel cassetto delle cose che gli piacciono e che questa mattina si sia svegliato con i fagiolini nel cassetto delle cose repellenti?
Voglio dire, non può essere colpa degli ormoni, suvvia.
Sono andata anche a controllare nella credenza: l’aceto è lo stesso usato ieri. Pure il sale è lo stesso, comprato al discount, ma non credo che abbia effetti allucinogeni. L’olio è quello della Puglia. Quello buono, insomma, che mi costa che manco lo distribuisse Tiffany.
E i fagiolini sono gli stessi di ieri.
Cioè, non proprio gli stessi, perché quelli li ha mangiati e sono entrati nel suo ciclo digestivo, ma sono comunque i fagiolini che ho comprato qualche giorno fa.
E più o meno è andata così:
Mamma: “Non hai fame?”
Figlio: “No, no, ho fame”.
Mamma: “E allora perché non mangi i fagiolini?”
Figlio: “Perché non mi piacciono, i fagiolini”
Mamma: “Ma li hai mangiati fino a ieri!”
Figlio: “I gusti cambiano, quando uno cresce. Quando ero piccolo mangiavo anche i cetrioli, e ora non li mangio più”.
Mamma: “Ok, ma non puoi cambiare gusti da un giorno all’altro!”
Figlio: “Certo che posso”.
E così ho incassato pure questa. Una manciata d’ore più tardi, quando ho telefonato ai miei genitori mentre passeggiavo con i miei cani, mi sono sfogata con mia madre. La nonna dell’ADMC, per spiegarmi meglio.
Mi aspettavo un po’ di solidarietà, ecco. Perché la nonna, cioè mia mamma, ha dovuto fare i conti con la mia, di adolescenza, e la sua memoria funziona ancora perfettamente, così come la sua testolina (mica per niente le affido ogni anno la mia dichiarazione dei redditi, perché è precisa che manco un orologio svizzero). E invece mai una gioia nemmeno da lei.
Nonna: “Ah, non li mangia più, i fagiolini? Eh, capita che si cambino gusti a tavola. Meglio così. Una volta ho litigato con papà perché voleva mangiare soltanto la pastina a forma di stelline e io invece avevo comprato i bunbunin. Tanto ha grandinato tanto la scorsa settimana, e le piante di fagiolini sono tutte rovinate. Non credo che si riprenderanno. Meno male che si sono salvati i pomodorini piccoli!”.
Giusto, i pomodorini piccoli. Quelli che l’ADMC pretendeva di mangiare almeno una volta al giorno, suscitando gioia e commozione anche tra le sue insegnanti delle elementari, che lo portavano sempre ad esempio come emblema di alimentazione salutare ed equilibrata.
Chi glielo dice a mia madre che ora i pomodorini piccolini non li mangia più e vuole solo i “cuore di bue”?