Famiglia & Minori

Azzardo: cari sindaci, da che parte state?

di Simone Feder

Cari Sindaci, come “Associazione Movimento NoSlot” che da anni si impegna per il contrasto al mondo dell’azzardo vorremmo sapere la vostra posizione in merito all’utilizzo di proventi legati al sistema azzardo per il finanziamento del welfare. Riteniamo questa una questione molto importante che richiede una ferma e decisa presa di posizione da parte di chi si appresta a prendere in mano i nostri territori ormai devastati da questa piaga sociale. Da un lato abbiamo il sistema dell’azzardo legale, con una movimentazione lorda di denaro variamente stimata tra i 92 e i 103 miliardi di euro l’anno. Dall’altro, un acuirsi della crisi fiscale dello Stato, che inevitabilmente ricade anche sulle amministrazioni locali, costrette a contenere, ridurre o tagliare servizi. A fronte di questa evidenza e del necessario riordino del sistema dei “giochi leciti”, è stata da più parti avanzata l’ipotesi di introdurre – sul modello spagnolo e finlandese – una imposta di scopo, ossia prelievo che colpisca le società dell’azzardo legale ma ricada, anziché nella contabilità generale dello Stato, in quella particolare alle voci: welfare, servizi sociali, prevenzione. Tassa da destinare agli enti locali, comuni in particolare.

Non stupisce che ad avanzare questa ipotesi sia chi fa business sull’azzardo legale. Stupisce invece, e non poco, che siano molti sindaci, attratti dalla possibilità di far cassa in questo modo, ad avallare un’opzione che legherebbe in forma perversa controllati e controllori, ma soprattutto renderebbe ogni pratica di prevenzione, sostegno o cura delle fragilità  dipendente in forma diretta da quel sistema dell’azzardo legale che a parole tutti vorremmo contrastare.

Come vi ponete voi dinanzi a tale opzione? Non credete  sia necessario spezzare ogni nesso diretto tra finanziamento del welfare e azzardo? A nostro avviso, Non si tratta, qui, di esprimere un generico “no all’azzardo”, ma di rendere concreta una posizione che, tramite la tassa di scopo, fornirebbe alibi e copertura agli stessi operatori responsabili di quel disagio che nessun contributo in forma diretta potrebbe ridurre, anzi…

@simonefeder


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