Politica & Istituzioni

Integrazione si, cooperazione no

Per Sergio Marelli serve «un Vice Ministro per la cooperazione internazionale per recuperare quello svantaggio insito nella mancanza di un Ministero dedicato alla cooperazione internazionale»

di Redazione

Il positivo duplice risultato conseguito con il precedente Governo Monti, la creazione di un Ministro per la cooperazione associato alla problematica dell’integrazione degli stranieri, ha avuto la durata di un solo anno.

Ora, con il Governo Letta, si torna all’assetto più tradizionale per il nostro Paese per il quale la cooperazione internazionale viene incorporata al Ministero degli Affari Esteri. Contrariamente a molti altri paesi UE che da sempre hanno un vero e proprio Ministero  competente per la cooperazione, infatti, in Italia sin dalle sue origini a metà degli anni ’60, la cooperazione allo sviluppo è sempre stata di competenza della Farnesina. Di certo, i tentennamenti delle rappresentanze delle ONG italiane che non hanno mai trovato la determinazione necessaria per assumere una posizione netta in materia di collocamento della cooperazione e l’assenza di reattività alla notizia dell’incarico di Enrico Letta hanno consegnato alla volontà del Premier la decisione.

Le prime dichiarazioni della neo Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge Kashetu, primo ministro africano nominato in Italia, secondo la quale si deve avere il coraggio di dire che il Ministero di Riccardi è stata una grande delusione sia sul versante cooperazione internazionale, sia su quello dell’integrazione”, frase pronunciata in campagna elettorale in una serata in quel di Lecco, hanno probabilmente fatto il resto…

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