Fondazioni bancarie

Giovanni Azzone: «La filantropia serve al Paese»

Dopo il XXVI congresso, svoltosi a Gorizia nel giugno scorso, il presidente dell'Acri fa il punto sul ruolo degli enti di origine bancaria nella società italiana. Dai dossier aperti col Governo sulla fiscalità, al protocollo col ministero dell'Economia e delle Finanze, ai rapporti col Terzo settore e con l'altra grande comunità filantropica: Assifero. E sulle parole di saluto di Sergio Mattarella, suonate come invito alla politica al lasciar lavorare le fondazioni, dice: «Come sempre, il capo dello Stato coglie il centro delle questioni»

di Giampaolo Cerri

Questa intervista compare, in forma più breve, nella sezione Communitas di Vita del mese di luglio-agosto che potete scaricare qui.

Al recente Congresso nazionale di Gorizia, il 26mo, i suoi colleghi delle fondazioni bancarie si sono alzati alla fine del suo intervento, per una standing ovation, cosa rara nel mondo, tradizionalmente un po’ paludato, di enti che nascono da una tradizione bancaria antica e austera. È il segno che Giovanni Azzone, milanese, classe 1962, ingegnere gestionale, a lungo rettore del Politecnico meneghino e a capo di Fondazione Cariplo da maggio 2023, è il segno che Azzone, dicevamo, che in poco più di un anno ha davvero conquistato l’Acri, dove era stato eletto nel febbraio 2024.

Questo pezzo di filantropia nazionale – oltre 50 miliardi di patrimonio, oltre 1 di erogazioni annue – pare confidare nella ferma pacatezza con cui Azzone pare voler affrontare anche alcune questioni fiscali che hanno a che fare col Governo, come il protocollo che lega Acri al ministero dell’Economia e delle Finanze, in revisione dopo 10 anni di attività, e una problematica fiscale, legata a un’interpretazione dell’Agenzia delle entrate che toglie l’esenzione Ires perché non fanno attività sociale diretta: «Dunque se come Fondazione finanzio la mensa della Caritas ambrosiana pago l’Ires, se aprissimo una mensa direttamente in Via Manin (la storica sede milanese, ndr), sarei esente», aveva detto proprio al Teatro Verdi goriziano.

Un momento dei lavori di Gorizia

Partiamo proprio da questo applauso in piedi che, a Gorizia, le hanno tributato i colleghi. Che effetto le ha fatto?

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