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Partire dalla persona e dal suo corpo, uno sguardo sulla Prossimità

di Dino Barbarossa

Nel tentativo di fare comprendere a chi si occupa delle persone con uno sguardo settoriale e frammentato, che l’unico sguardo è la chiave di volta per stabilire una relazione, mi sono sentito dire che si tratta di un’azione troppo complessa e che nessun professionista può riuscire in questa impresa.

Probabilmente è così, piuttosto che moltiplicare i professionisti che si prendono cura delle persone più fragili, bisogna creare un contenitore unico a cui i professionisti danno un loro contributo

Questo contenitore lo chiamiamo oggi Casa della Comunità, all’interno della quale si attivano i Piano di Accompagnamento condivisi con le persone, chiedendo a ciascuno di fare la propria parte per costruire un Welfare generativo che porti benessere ad ogni individuo e all’intera Comunità

La cosa per me sconvolgente è che ciascuno di noi è una “complessità”, solo che trascura questo elemento naturale e costruisce forme del vivere artefatte di cui essere protagonista, puntando al proprio benessere e ignorando quello altrui.

Il Corpo Umano è un insieme di Organi differenti che cooperano tra loro, per adempiere a una precisa funzione o a una serie di determinate funzioni.

Pensate se riuscissimo a trasferire questo concetto al nostro agire quotidiano, al nostro rapporto con gli altri, sarebbe sconvolgente…ed anche semplice e naturale.

Comprendere che è indispensabile essere differenti per far funzionare il corpo sociale, economico, politico, è ciò che apprendiamo da come siamo fatti.

Addirittura, ogni organo è costituito da 2 componenti tissutali diverse: i tessuti che costituiscono il parenchima e i tessuti che costituiscono lo stroma. Il primo è l’insieme di tessuti che collaborano tra di loro, per mettere in pratica la funzione dell'organo di cui fanno parte. Il secondo è la componente tissutale deputata a supportare e sostenere il parenchima di un organo. Dunque, nel corpo umano c’è chi collabora e chi supporta, ma nessuna delle funzioni è meno importante dell’altra. Senza una parte, il resto non funziona, giungono le crisi, le malattie e infine la morte.

Così è il corpo sociale di una Comunità: nessun elemento è meno importante dell’altro e senza una parte il resto non funziona.

Gli organi nel loro insieme compongono un apparato (o sistema). Certo, vi sono alcuni Organi Vitali, fondamentali per la vita dell'essere umano. Li traduco negli strumenti che una Comunità si da per essere e sentirsi democratica, sono gli organismi di garanzia istituzionale re costituzionale.

L’encefalo, ad esempio, è l'organo del corpo umano che regola il funzionamento degli altri organi, elabora le informazioni raccolte dagli organi di senso e rende possibile i processi cognitivi di memoria, apprendimento, calcolo, linguaggio e pensiero. Così come il cuore con il suo battito conduce il sangue all’intero organismo. O, ancora, i polmoni, che assicurano la respirazione.

Ma senza tutti gli altri organi, anche questi organi vitali sarebbero inutili.

Nella sua Prima lettera ai Corinzi, San Paolo si esprime in proposito in maniera molto chiara “Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui”.

Ecco, ciò che dobbiamo comprendere per entrare nel cuore della Prossimità, è l’interconnessione e l’interdipendenza.

Dobbiamo credere di aver bisogno gli uni degli altri e, addirittura, che “le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie”

Probabilmente, dobbiamo fare molta strada per avere questa comprensione, dobbiamo concretamente abbassarci a terra per vedere il viandante distrutto dalla vita e dai briganti, dobbiamo credere nella fratellanza universale e nella dignità di ogni essere umano, di ogni persona. Jean Vanier, fondatore di "Fede e Luce” ebbe a commentare come “nel corpo sociale le parti più fragili non sono solo quelle con più bisogni ma anche le più importanti. Sono anche fonte di unità, perché attorno alla fragilità le differenze e le distanze possono essere superate”.

È l’elogio alla fragilità che ci dà forza.

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