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Opposti destini su un marciapiedi di San Francisco

di Giuseppe Frangi

Quante cose racconta questa foto! Justin Sullivan, autore dello scatto, ha colto in un istante due vite che più lontane non si potrebbe immaginare e che pure abitano la stessa città. Siamo a San Francisco, una città paladina dei diritti, che però deve coesistere con un feneomeno che non riesce a combattere: gli homeless sono in aumento, e cambiano profilo. Un tempo erano soprattutto veterani di guerra che non si persuadeavno a rientrare in una normalità, oggi sono famiglie che con la crisi hanno perso anche la casa. La ragazza della pubblicità ammicca felice. Della donna che cammina davanti a quel megaposter invece non vediamo la faccia: la tiene rivolta verso terra quasi a voler nascondere al mondo la propria umiliazione. Dai capelli a caschetto abbastanza curati, da quella camicetta vecchio stile sembra di poter dedurre un livello di benessere recente ora perduto. Nei sacchetti che porta con sé probabilmente è raccolto tutto quel che le resta. Esito amaro che fa capire quanto di fatuo ci sia in quel sorriso che sbuca alle sue spalle. Un sorriso che vorrebbe farci riempire sacchetti in ben altro modo e con ben altra felicità.

Si potrebbero dare tanti numeri per far capire come la condizione di questa donna piegata non sia affatto “marginale”: ben 50 milioni persone (49,7 milioni per l’esattezza) che vivono sotto il livello di povertà e rappresentano il 16,1% della popolazione degli Stati Uniti, secondo gli ultimi dati resi noti dal Census Bureau. Per tamponare questa emergenza l’America ha speso la cifra-record di 78 miliardi di dollari all’anno per lo Snap (Supplemental Nutrition Assistance Program), la prima linea di difesa contro la fame per le persone a basso reddito. Erano 30 miliardi quattro anni fa…

Forse rende meglio l’idea questo grafico: fatto 100 il livello di reddito del 1979, ecco com’è andata all’1% più ricco della popolazione (redditi triplicati) e com’è andata invece al 90% “basso” della popolazione: redditi piatti a fronte di una vita comunque sempre più cara, aspettative di crescita e miglioramento inesistenti. Come si vede il rischio povertà nella nazione più ricca del mondo non è una questione affatto marginale.


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