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Biblioteche rionali, un tesoro per Milano

di Giuseppe Frangi

È arrivato alle ultime tappe il percorso che ha portato, in occasione del ventennale, uno scrittore come Giovanni Testori nelle biblioteche rionali di Milano. Sono state otto tappe, progettate con l’Assessorato alla Cultura del Comune e con il Sistema Biblioteche, in ognuna è stato messo a tema un aspetto del rapporto tra Testori e Milano, con piccole mostre accompagnate da un incontro (o anche più incontri): sino a domani 25 gennaio è aperta alla Biblioteca di Affori la mostra dedicata a In Exitu, il dramma che venne rappresentato eccezionalmente alla Stazione Centrale nel 1988. Sino al 31 gennaio invece si può vedere la mostra su “Testori scrittore pendolare” alla Biblioteca di Quarto Oggiaro.

Questo viaggio però è stato interessante perché ha permesso di scoprire la realtà davvero straordinaria delle Biblioteche rionali, luoghi vivi di Milano, che a volte sono poco conosciuti, e certamente sono troppo poco raccontati. Luoghi ospitali di incontro, di aggregazione, di cultura non chiacchierata ma praticata quotidianamente: veri e propositivi presidi di territorio. Ognuna ha poi caratteristiche sue specifiche, non solo perché le strutture che le accolgono sono molto diverse una dall’altra, dalle magnifiche location di Affori o Chiesa Rossa a quelle più semplici ma sempre molto curate di Bovisa o Quarto Oggiaro. La diversità è data anche dalla capacità di adattarsi al pubblico che le frequentano, che possono essere ragazzi che quotidianamente usano sedie e tavoli per studiare uno a fianco dell’altro; oppure anziani che arrivano per leggere giornali o per leggere libri senza chiudersi nella solitudine delle proprie case; oppure immigrati che qui trovano connessione internet libera. Ma ci sono anche biblioteche popolate di bambini, che così hanno modo di familiarizzare subito con i libri.

Le  biblioteche rionali sono mondi vivi, aperti alla città, con bacheche sempre fitte di annunci e di proposte, così che farsi largo per disporre delle mostre, come quelle previste dal progetto Testori in Biblioteca, è stata a volte una bella impresa… Ed è sempre bello, passando per gli scaffali, vedere libri consumati da tante mani per le quali sono passate, perché le Biblioteche sono naturalmente sportelli attraverso i quali centinaia di volumi vengono prestati ogni giorno.

Spesso quando si parla della cultura a Milano si guarda solo a ciò che avviene nei luoghi “nobili” della città: ma per fare bilanci veri dobbiamo avere uno sguardo più largo. E raccontare cosa cresce in questi presidi della cultura, e capire che su questi presidi conviene davvero investire più attenzione e più risorse. Perché è lì che la cultura si traduce davvero in benessere sociale.

(questa riflessione è stato scritta per le pagine milanesi del Corriere della Sera)

 


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