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Lo sviluppo dell’intermediazione filantropica in Europa

di Bernardino Casadei

L’intermediazione filantropica ha iniziato a diventare un fenomeno globale a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso. Fino ad allora era presente solo negli Stati Uniti e in pochi paesi di cultura anglosassone, svolgendo peraltro un ruolo molto marginale. Dopo il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione del sistema sovietico, la filantropia americana investì ingenti risorse con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni della società civile dei paesi dell’Est Europeo così da favorire lo sviluppo democratico. In questo processo sono state diffuse alcune delle migliori prassi e modalità operative che caratterizzavano la filantropia istituzionale americana, fra cui le fondazioni di comunità che, in quegli anni, erano gli unici veri intermediari filantropici esistenti.

In questo processo vennero lanciate diverse iniziative internazionali: il Transatlantic Community Foundation Network, la Transatlantic Community Foundation Fellowship, la Community Philanthropy Initiative il Center on Philanthropy and Civil Society che svolsero un ruolo importante nel promuovere il concetto anche in Europa occidentale, coinvolgere importanti istituzioni internazionali come la Banca Mondiale e porre le basi per la creazione del Global Fund for Community Foundations. Risultato di tutto questo attivismo è che oggi esistono nel mondo 1.840 enti assimilabili alle fondazioni di comunità che erogano ogni anno oltre 5 miliardi di contributi e di cui ben il 73% è stato costituito negli ultimi 25 anni[1]. La diffusione del fenomeno è certificata dal fatto che, mentre nel 2004 le fondazioni di comunità non statunitensi erano solo il 37,5% del totale[2], oggi esse sono oltre al 56%.

Non sempre però la diffusione delle fondazioni di comunità ha coinciso con quella dell’intermediazione filantropica. Mentre quello che caratterizza, pur con le loro specificità, le fondazioni di comunità negli Stati Uniti e negli altri paesi anglosassoni come il Canada, il Regno Unito, l’Australia e la Nuova Zelanda, è proprio la loro capacità di svolgere tale ruolo, in molti altri contesti queste fondazioni cercano principalmente di mobilitare i cittadini nella gestione diretta di specifiche iniziative di utilità sociale. Le fondazioni di comunità perdono così una delle loro caratteristiche distintive per confondersi con gli altri enti non profit che mobilitano le risorse del territorio per sostenere iniziative d’utilità sociale ritenute importanti per lo sviluppo comune. Vi sono poi realtà in cui le fondazioni di comunità finiscono per operare come agenti locali di più importanti organizzazioni che conferiscono loro il compito di distribuire le risorse che vogliono erogare su quel territorio. Questo, se permette di valorizzare le conoscenze e le relazioni della fondazione di comunità, garantendo un più efficace uso delle risorse, rischia di creare dipendenza. Inoltre, dato che le energie delle fondazioni locali sono tutte concentrate nella gestione di queste risorse, esse spesso si  trasformano in elemosinieri che raramente trovano il tempo per coltivare i donatori locali, sviluppare il capitale sociale che solo il dono può generare e mobilitare le energie del territorio.

Così, soprattutto in Europa, i servizi di intermediazione filantropica vengono erogati da grandi fondazioni che operano a livello nazionale ed internazionale come, per fare alcuni esempi: la Charities Aid Foudation nel Regno Unito, la King Baudouin Foundation in Belgio, la Fondation de France. Si tratta di vere e proprie istituzioni, con forti legami con i governi dei loro paesi e che sono state spesso coinvolte nelle attività volte a promuovere la filantropia di comunità. La Charities Aid Foundation è una vera e propria holding che comprende al suo interno anche una banca ed altre infrastrutture finanziarie, che ha promosso una rete internazionale che va dagli Stati Uniti alla Russia passando per l’Australia, il Canada, l’India, il Brasile, la Bulgaria, l’Africa del Sud, il sud-est asiatico e che nel suo ultimo anno fiscale ha ricevuto donazioni per 493 milioni di sterline, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente[3]. Dal canto suo, la Fondazione de France, costituita dal Governo francese su indicazione di André Malraux, il quale si ispirò proprio dalla Cleveland Foundation la prima fondazione di comunità nata nel 1914 nell’omonima citta dell’Ohio, nel 2014 gestiva 775 fondi e in quell’anno aveva ricevuto donazioni per oltre 167 milioni di euro[4] con una crescita di oltre il 18% rispetto al 2013. Quanto alla Fondazione Re Baldovino costituita nel 1976 in occasione del 25° anniversario del regno dell’allora re del Belgio, essa ha creato al proprio interno un Centro per la filantropia che eroga servizi di intermediazione filantropica le cui entrate hanno, già da diversi anni, superato quelle istituzionali.

Infine, soprattutto in Svizzera e in Germania, paesi in cui la tradizione federalista influenza anche il mondo delle fondazioni, l’intermediazione filantropica viene promossa da un numero crescente di enti (fondazioni tetto[5] per i paesi di lingua tedesca, piuttosto che fondazioni ospitanti, definizione presente nella legislazione francese[6]). Si tratta di strutture create da istituti bancari come la Fondazione Accentus sviluppata nell’ambito di Credit Suisse, di fondazioni che hanno deciso di integrare la loro attività ordinaria con quella di intermediazione filantropica come la Fondazione Limmat o di entità che sono sorte proprio con l’obiettivo di sviluppare tali servizi come la Fondation des Fondateurs che, sorta nel 2007, è diventata il principale intermediario filantropico svizzero, gestendo 25 fondi che le hanno permesso di mobilitare donazioni per complessivi 39 milioni di franchi di cui 6,9 nel 2014[7]. Infine può essere interessante ricordare l’esperienza della Caritas tedesca che ha dato vita ad una rete di circa 140 fondazioni che ne sostengono le attività. Fra di esse ve ne sono 21 che fanno parte dell’associazione delle Caritas diocesane e offrono servizi d’intermediazione filantropica permettendo a molte persone di costituire dei fondi al loro interno, così che anche con risorse limitate sia per loro possibile realizzare grandi visioni.

[1] http://communityfoundationatlas.org/

[2] Secondo quanto rilevato dal 2008 Community Foundation Global Statu Report disponibile sul sito di WINGS http://wings.issuelab.org/resource/2008_community_foundation_global_status_report

[3] Charities Aid Foundation, Trustees’ report and financial statements for the year ended 30 April 2015

[4] Fondation de France, Mouvements engagés, Rapport d’activité 2014

[5] Dach Stiftungen

[6] Articolo 20 della Legge n° 87-571 del 23 luglio 1987 sullo sviluppo del mecenatismo modificato dalla legge n°2009-526 del 12 maggio 2009 – art. 122

[7] Fondation des Fondateurs, Jahresbericht 2014


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