Sanità & Ricerca

Quell’attacco all’udito mi fece comprendere i problemi dei sordi

di Noria Nalli

Ritorno a parlare di  Oliver Sacks. Spesso sottolineo quanto amo il grande neurologo, recentemente scomparso. Dal suo modo di osservare e raccontare con umanità, cosa accadeva ai malati neurologici, ho preso ispirazione nel mio gusto per auto-osservarmi, studiare i miei sintomi, riflettere su cosa accade al mio corpo e che strategie utilizzo per compensare i deficit cui  vado incontro. 

Oggi riflettevo ironicamente su quanto i malati di sm siano fortunati. La nostra convivente è in grado di farci sperimentare moltissimi tipi di disabilità. Possiamo sapere cosa vuol dire non sentire le voci e i suoni, non vedere, non parlare, non camminare e non muovere mani e braccia. Tutto ciò in varie forme di intensità e durata. Potremmo redigere un diario di ciò che ci accade, con lo stile narrativo di Oliver Sacks. Verrebbe fuori del materiale di studio interessantissimo.

Anni fa ebbi una ricaduta, che colpì l’udito. Provai sensazioni davvero strane e spiacevoli, totalmente destabilizzanti. Da allora provo piu compansione ed empatia nei confronti di chi ha problemi di sordità. Ritornando a Sacks, posso dire di essermi davvero entusiasmata leggendo il suo libro Vedere voci. Un viaggio nel mondo dei sordi al punto di voler imparare il linguaggio dei segni. Sono diventata più sensibile. Senza volere augurare a tutti di passare sotto la graticola della sclerosi, per comprendere le problematiche della disabilità, dopo averle toccate con mano, mi auguro invece una larga diffusione dell’opera dello scrittore scienziato, anche a partire dalla scuola. Questo piccolo passo culturale  non potrebbe che migliorare l’inclusione sociale dei disabili e il livello di solidarietà sociale di qualunque popolo.

 


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