Solidarietà & Volontariato

Gaza – La testimonianza di Salvo (CISS) nella giornata dell’infanzia

di Andrea Cardoni

Sono 54 gli articoli della Convenzione sui diritti dell’infanzia, il trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche. Sono infatti 193 gli Stati parti della Convenzione che oggi, 20 novembre, dovrebbero celebrarla (in Italia,abbiamo ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991).

L’articolo 6 della Convenzione recita: Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita. Gli Stati parti assicurano in tutta la misura del possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo.

Questa volta Salvo, il cooperante del CISS, e gli altri 7 suoi compagni sono stati portati a Ramallah, a circa 40 chilometri da Gaza. Dice che fisicamente sta bene, è al sicuro. Sono arrivati due giorni fa con quella che tecnicamente chiama “un’uscita assistita”: in quanto operatori umanitari, la normativa impone loro di uscire dall’area di Gaza nel momento di maggior pericolo, con un convoglio delle Nazioni Unite.

Uscendo da Gaza hanno visto pochissima gente per strada, quasi nessuno. Il rumore costante dei droni che sorvolano i cieli non fa che aumentare la tensione e la paura delle persone: “Negli ultimi due giorni abbiamo assistito a un’intensificazione dei bombardamenti e ad un aumento dei morti tra i civili”, dice Salvo. “Sono state colpite le abitazioni civili ed è stato bombardato due volte il palazzo della stampa”.

Salvo racconta che a West Bank, in Cisgiordania, ci sono molte manifestazioni per la popolazione civile colpita a Gaza. Alcune di queste manifestazioni sfociano in scontri, anche se non ci sono armi. Due giorni fa si è verificato un evento drammatico a Qualandia, il chek point tra Gerusalemme e Ramallah: durante una di queste manifestazioni è stato sparato un tir gas (un lacrimogeno) che però è entrato in una casa del campo e il bambino di diciotto mesi che era dentro è morto asfissiato.

In questi giorni si susseguono le discussioni e le strumentalizzazioni che vanno dalle rappresentazioni dei media alla presenza di operatori umanitari stranieri: non c’è modo di non essere etichettati o da una parte o dall’altra del conflitto. Come la vedete voi che siete lì? “Sono un’operatore umanitario. L’unico punto di riferimento è il rispetto dei diritti umani. In questo momento anche, sulla comunicazione, con la chiusura dei profili facebook che raccontano ciò che accade o il falso numero delle vittime civili, è una violazione dei diritti umani. Per rispettarli non ci si può far giustizia da soli. Ci sono le corti internazionali”.

Oggi è la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia… “Essendo un’educatore, questo è sempre stato un giorno molto sentito per me. Purtroppo è un giorno triste perchè in questo contesto i diritti dei minori vengono violati”.

In questo momento alcune organizzazioni stanno facendo raccolte fondi e di materiali per Gaza. Cosa serve veramente? Le raccolte fondi saranno utili nel momento in cui si può riucire a tornare a Gaza. Nell’ospedale di Gaza iniziano a scarseggiare materiali, medicine. Tutto questo serve sempre nell’ottica dell’emergenza. In realtà dobbiamo pensare a questo come un conflitto che non è esploso oggi e che fa parte di un contesto internazionale globale. Per uscire da questo momento dobbiamo chiedere ai governi di prendere posizione contro questa costante violazione di diritti umani. L’Italia e il mondo non deve abbassare il livello di attenzione rispetto a quanto accade in questo territorio. Noi siamo usciti da Gaza, ma la situazione non è migliorata anzi…si è deteriorata ancora di più. Noi continuiamo a sentire il terrore nelle voci dei nostri amici e colleghi con i quali siamo in contatto. La gente va a dormire sapendo che ci saranno i bombardamenti nella notte e sperano solo che non sia sulle loro case”.

Sono le 16.45 e Salvo conferma che un’ora fa, su alcune aree di Gaza, l’aviazione militare israeliana ha lanciato volantini avvisando le persone di lasciare le proprie case per la propria sicurezza…

Di tutti i cinquantaquattro articoli della Convenzione, ce n’è uno che, anche oggi che celebriamo la giornata mondiale dell’infanzia,  rivolgendosi a noi, gli Stati parti che l’hanno sottoscritta, ricorda: 1. Gli Stati parti si impegnano a rispettare e a far rispettare le regole del diritto umanitario internazionale loro applicabili in caso di conflitto armato, e la cui protezione si estende ai fanciulli. 2. Gli Stati parti adottano ogni misura possibile a livello pratico per vigilare che le persone che non hanno raggiunto l’età di quindici anni non partecipino direttamente alle ostilità. 3. Gli Stati parti si astengono dall’arruolare nelle loro forze armate ogni persona che non ha raggiunto l’età di quindici anni. Nel reclutare persone aventi più di quindici anni ma meno di diciotto anni, gli Stati parti si sforzano di arruolare con precedenza i più anziani 4. In conformità con l’obbligo che spetta loro in virtù del diritto umanitario internazionale di proteggere la popolazione civile in caso di conflitto armato, gli Stati parti adottano ogni misura possibile a livello pratico affinché i fanciulli coinvolti in un conflitto armato possano beneficiare di cure e di protezione.


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