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Education & Scuola

Un ricordo di Freak Antoni

di Davide Pesce

La dedica originale è di Freak Antoni prima di un concerto qui dalle mie parti.

Dei tre che ho visto è stato quello più intimo e quindi quello che ho goduto meglio (gli altri due erano uno all’aperto all’Acquasola a Genova, l’altro in un club più grande). Ci sono andato per tempo, con il mio amico Mario, il concerto iniziava almeno due ore dopo. Ho portato con me il suo libro “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti (seguirà il dibattito)” per ottenere una dedica. Avevo un po’ di timore nel chiedergli l’autografo, invece è stato semplice, abbiamo chiacchierato un po’ con naturalezza e simpatia.

E’ stato e sarà per sempre un artista vero, che si è dedicato totalmente alla musica, che ha vissuto solo di musica non cedendo alle lusinghe di un facile succeso. Ha sofferto e soffriva, non si sentiva adeguato al tempo, non lo è mai stato. Era sempre un po’ più avanti e per questo lo si apprezza solo ora, un po’ troppo tardi. Primo in Italia ha rivoluzionato la “musica leggera” con frasi sconnesse e poetiche, con giudizi fastidiosi e eccessi dirompenti. Suonava una musica semplice, con pochi accordi, che ha permesso a tanti come me di iniziare a suonare col “nostro gruppo” ed esibirci nelle feste scolastiche di fine anno.

Sua è stata la prima canzone che ho provato in saletta prove, Rantola ancora un semplice giro di do. In quella canzone non sono previste le tastiere ma i miei compagni mi avevano chiesto se potevo suonare degli accordi di sottofondo per amalgamere meglio la musica e forse per farmi sentire parte del gruppo, io, il più giovane, che dall’agitazione suonavo ogni accordo (in genere si suonano tre note con tre dita) con due mani sudaticce e tremolanti.

Avevamo scelto di suonare musica punk, l’ideale per iniziare perché se sbagli l’attacco o qualche nota, difficilmente qualcuno se ne può accorgere; e poi l’importante è fare rumore, molto rumore!

Un rumore che ti allontana dalla realtà, che ti estranea da tutto quello che non vuoi sentire e vedere, che ti permette di sognare quello che non hai e non avrai mai. Il rumore e anche la droga, purtroppo, lo hanno aiutato e sopravvivere.

Rantola ancora

Caro rock, sguaiato e riscaldato, mi sono subito infilato con un colpo al cuore nel girotondo sfrenato che fai tutte le ore

Questo rock con me funziona e mi fa entrare in coma mi disturba e mi esalta con la testa che rimbalza

Scuotimi stasera dimmi che mi ami fallo proprio ora e non forse domani

E allora, ti prego, rantola ancora se puoi, se puoi rantola ancora, come sai rantola ancora se puoi, se puoi rantola ancora, come sai come sai, come sai

(Sax solo)

Caro rock, bentornato sempreverde ti riuscirà di ucciderti anima squilla dell’istinto più bestiale

Rock and roll tremendo che mi strazia tutto il tempo rock and roll banale con il ritmo sempre uguale

Scuotimi ti prego voglio sentirmi estivo tu sai che te lo chiedo per non essere passivo

E allora, ti prego, e allora, E allora! Rantola ancora se puoi, se puoi rantola ancora, come sai rantola ancora se puoi, se puoi 2 volte rantola ancora, come sai come sai, come sai

 Le strofe e il ritornello sono in Do, Lam, Fa, Sol; il bridge è in Fa, Sol, Do, Lam (Fa)


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