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Camillo Catarozzo

«Migranti, qui nella Piana del Sele con la nostra banca lavoriamo per l’integrazione»

di Anna Spena

Il presidente della Banca Campania Centro, 26 sportelli diffusi nella Piana del Sele, e una sede principale a Battipaglia, non ha dubbi: «Le comunità che abitiamo oggi sono multietniche», spiega. «E come banca il nostro compito è prestare sempre attenzione a quello che succede attorno a noi. Per questo da anni lavoriamo al progetto Ufficio Migranti, uno sportello che aiuta i lavoratori stranieri e le loro famiglie mettendo a disposizione prodotti bancari e servizi sociali di accompagnamento»

Piana del Sele, 700 km², attraversata dal fiume Sele nella provincia di Salerno, delimitata a nord dalle propaggini meridionali dei monti Picentini, ad est dalla valle del Sele, a sud dai rilievi del Subappennino lucano e ad ovest bagnata dal mar Tirreno nel golfo di Salerno. È qui che nel 2011 è nato un “ufficio” un po’ speciale per prendersi cura di migranti con gravi problemi di inclusione e rischi concreti di essere assorbiti da fenomeni di illegalità connessi proprio alla mancata integrazione. Si trattava di lavoratori stranieri con le loro famiglie tutti di “prima generazione” e quindi con problemi legati alla mancanza di collegamento con la società che doveva accoglierli.

Si chiama “Ufficio Migranti” ed è nato nell’ambito del progetto “Una banca senza confini” di Banca Campania Centro. «Noi siamo una banca di comunità», dice Camillo Catarozzo, presidente di Banca Campania Centro, 26 sportelli, e la sede centrale a Battipaglia. «Dobbiamo essere attenti a tutto quello che ci succede attorno». Negli ultimi anni il numero dei conti è arrivato a 700. E dallo scorso ottobre 2020 i rapporti aperti sono stati 331 con un incremento di circa il 110%. «Gli operatori dell'Ufficio tengono», dice Catarozzo, «oltre 600 colloqui individuali all'anno. Così si sono risolte problematiche burocratiche come permessi di soggiorno, domande di ricongiungimento, informazioni su diritti sanitari e rapporti di lavoro».

Come nasce L’Ufficio Migranti di Banca Campania Centro?
Come banca avevamo commissionato una ricerca sul disagio nella Piana del Sele al sociologo Massimo Corsale, dell’Università La Sapienza di Roma. Da quella ricerca emergevano alcune problematiche di estrema criticità, come sacche di povertà storiche e un aumento delle cosiddette “nuove povertà”. Altra problematica emergente e dal forte impatto sociale era rappresentata dall’aumento del numero di nuovi migranti con gravi problemi di inclusione e rischi concreti di fenomeni di illegalità connessi proprio alla mancata integrazione. In pratica si trattava di lavoratori stranieri con le loro famiglie tutti di “prima generazione” e quindi con problemi legati alla mancanza di collegamento con la società che doveva accoglierli. La Banca iniziò ad affrontare tutte queste problematiche con spirito solidale, cercando la collaborazione sia delle istituzioni, che rispose in modo molto flebile, che del mondo del volontariato che già operava in questi settori.

Quali sono stati i passaggi successivi?
I dati che ci trovammo davanti erano veramente preoccupanti. Non potevamo far finta di non vedere. Decidemmo così di rivolgerci all’Associazione “Mondo a Colori” che da anni si occupava sul territorio di integrazione. La presidente, Fatiha Chakir, una mediatrice culturale molto impegnata su queste tematiche, strutturò insieme ai nostri uffici un’iniziativa unica nel suo genere: un vero e proprio “Ufficio migranti” che potesse aiutare i lavoratori stranieri e le loro famiglie in un percorso di integrazione a 360 gradi. Iniziammo ad immaginare prodotti bancari a loro dedicati per aiutarli a sfuggire ai tanti che su questi aspetti speculavano nell’illegalità, ma anche una serie di servizi sociali di accompagnamento al pieno status di lavoratori stranieri. Inoltre collegati ai prodotti bancari sono stati attivati anche una serie di servizi assicurativi per aiutare meglio il processo di integrazione e di superamento delle problematiche più comuni. Tra questi un servizio di assistenza medica telefonica e il rimborso delle spese per il rimpatrio della salma degli assicurati che decedevano in Italia, un aspetto importantissimo nella cultura dei paesi islamici.

Come avete fatto a far conoscere il progetto?
All’inizio c’era molta ritrosia e timidezza da parte delle persone che noi avevamo ipotizzato come possibili beneficiari perché vedevano la banca come un “luogo per ricchi”. Il primo problema quindi è stato farli entrare…Per favorire la comunicazione abbiamo realizzato delle brochure e delle locandine in 8 lingue diverse e che presentavano le speciali iniziative della Banca per i lavoratori stranieri. In questi anni l’Ufficio Migranti di Banca Campania Centro ha incontrato e aiutato migliaia di lavoratori stranieri e i loro datori di lavoro per trovare le soluzioni più semplici e convenienti per rendere questa esperienza la più positiva possibile sia per loro che per le comunità che li accolgono. Sono state realizzate anche speciali iniziative per favorire la sicurezza come il dono di gilet e adesivi catarifrangenti alle varie comunità da destinare a coloro che si muovevano per lavoro in bicicletta. Alla consegna erano presenti sia l’Arcivescovo di Salerno che l’Imam di Battipaglia. Questa iniziativa per esempio fu molto apprezzata anche alla luce dei tanti tragici incidenti stradali che funestavano il territorio e che molto spesso coinvolgevano lavoratori stranieri in bicicletta.

Perché una Banca deve guardare con attenzione al territorio e come può incentivare la promozione sociale?
Noi siamo una banca di credito cooperativo, siamo una banca di comunità. Dobbiamo guardare a tutto il territorio, senza escludere nessuno, se vogliamo davvero produrre cambiamento. Prendo ad esempio il comune di Battipaglia. Noi abbiamo tante piaghe sociali, prima tra tutte, l’inquinamento ambientale. Però ecco io sfido chiunque a vivere come viviamo noi. In un Paese come l’Italia, che è ancora razzista e non sviluppa una cultura multietnica, qui viviamo in totale tranquillità. In alcune strade del comune, soprattutto all’ora di pranzo (sorride ndr) potrete trovare tutti i profumi del mondo. Convivono i battipagliesi, i marocchini, gli indiani, i pakistani. Si gioca a calcio e nella via successiva a Criket. I bambini vanno a scuola insieme. Aprire un conto in banca sembra poco, ma non lo è. Le persone non rischiano di essere rapinate perché smettono di girare con i contanti, possono accedere ai finanziamenti per comprare macchine, scooter, o qualunque cosa di cui hanno bisogno… hanno una vita normale, sono nostri concittadini.


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