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Giuseppe La Rocca

Un’idea di patrimonio legato alla comunità

di Gilda Sciortino

Il primo bilancio sociale della "Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani" è il risultato di come si possano affrontare i temi della povertà educativa e del riutilizzo a fini sociali del patrimonio. Basta avere la consapevolezza che ogni azione debba essere preceduta da un approccio serio e responsabile. Numerose le iniziative, anche e soprattuto in periodo di pandemia, che hanno contraddistinto il percorso di questa giovane fondazione, inserita nel programma di sostegno alle Fondazioni di Comunità nel Mezzogiorno, promosso dalla Fondazione CON IL SUD

“Qualcuno cresce solo se sognato”. Introdotto da questa frase che porta la firma di Danilo Dolci, sociologo, antropologo, per il quale l’educare non è mai stato inteso in termini esclusivamente scolastici ma in quanto vera e propria azione sociale – politica, il primo bilancio della Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani ribadisce l’essere ente del Terzo settore che ha fatto proprio il verbo “affrontare”, con la consapevolezza che ogni azione possibile debba essere preceduta da un approccio serio e responsabile, con capacità di ascolto, di lettura e di analisi di un territorio, dei suoi bisogni e delle sue risorse. Una linea ulteriormente sottolineata nella lettera che hanno rivolto in questa occasione alla comunità Pietro Basiricò, presidente del Consiglio di amministrazione, Viviana Rizzuto, presidente del Comitato d’indirizzo, e il direttore della Fondazione, Giuseppe La Rocca.

Una realtà, la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani, che chiude il suo primo bilancio con dei risultati non indifferenti: sostegno alimentare alle famiglie in situazione di difficoltà attraverso 2.050 buoni spesa del valore di 40-50 euro; 90mila euro provenienti dall’attività di raccolta fondi e ulteriori 9mila euro come donazione in natura alla cassa del 10% sul valore dei buoni da parte dei supermercati (rete Conad su Agrigento e rete Decò su Trapani, in tutto 15 supermercati); 97.398 € quanto impiegato per i tanti interventi in programma grazie alla raccolta fondi. Per scendere ancora di più nello specifico, vanno citate iniziative come “Fa bene”, il cui obiettivo è operare per la riduzione delle diseguaglianze attraverso la leva del cibo, al fine di promuovere filiere di co-responsabilità nelle comunità, come anche l’avvio, nella città di Trapani, di un incubatore volto alla promozione del "south working" e di formule di accompagnamento all’impresa sociale e ai giovani del territorio.
Senza dimenticare gli interventi provenienti dall'attività erogative condotta dalla Fondazione, rivolti ad anziani e persone con disabilità, i laboratori educativi per bambini e adolescenti dei territori su cui insiste la Fondazione, gli infopoint inclusivi, come anche le opportunità formative e lavorative nell’ambito dell’apicoltura grazie agli inserimenti lavorativi di persone in condizione di fragilità. Tutto questo solo per dare un assaggio delle tappe che hanno contraddistinto il viaggio di questa giovane fondazione, inserita nel programma di sostegno alle Fondazioni di Comunità nel Mezzogiorno promosso dalla Fondazione CON IL SUD,

Ne parliamo con il direttore, Giuseppe La Rocca. ​Che tipo di lettura possiamo fare attraverso questo bilancio?

Innanzitutto che l’idea di patrimonio è legato alla comunità. Nell'ambito della nostra attività di consolidamento patrimoniale ci siamo posti l’obiettivo di raccogliere 2 milioni di euro nei primi 10 anni attraverso un programma raccolta fondi. Per esempio, già grazie al bando di crowdfunding di Comunità 2020 “Ripartenze inclusive”, la Fondazione ha co-finanziato 6 iniziative locali realizzate da enti del Terzo settore. Un percorso che continua e cresce sempre di più.

Nel muovere i suoi primi passi, la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani ha utilizzato tre parole – affrontare – le sfide – insieme”- per dire cosa?

Per dire che non si cambia strada. Si portano avanti attività, progetti, iniziative rilevanti dal punto di vista del riconoscimento anche del modo di lavorare. Approccio che ha fatto capire cosa fa una fondazione in un territorio nel quale la povertà educativa è fortemente presente. Esserci ed essere nella comunità diventa un’occasione unica per potenziare o attivare servizi di utilità sociale a vantaggio delle diffuse fragilità che il contesto emergenziale ha generato e amplificato.

Non parliamo, però, solo di Terzo Settore, giusto?

Siamo un luogo, un’istituzione che mette insieme diverse componenti della società: pubblica amministrazione, impresa, terzo settore, persone, professionisti. Lo dicono gli interventi realizzati durante la pandemia, che ci hanno portato a coinvolgere i Provveditorati, Conad, la Caritas, solo per fare qualche esempio, generando un modello di intervento virtuoso, collaborativo. Le situazioni più a rischio sul fronte della povertà educativa, infatti, sono state individuate grazie alla collaborazione con gli Uffici Scolastici Provinciali e gli istituti scolastici delle province di Agrigento e Trapani. Siamo l’unica Fondazione che insiste su questo territorio e, per questo, sentiamo addosso una responsabilità ancora maggiore. Vogliamo contribuire allo sviluppo solidale delle comunità per offrire opportunità di crescita alle persone e agli enti del Terzo Settore. E questo può accadere solo attraverso la partecipazione e la corresponsabilità, generando programmi d’infrastrutturazione sociale capaci di assumere una valenza strategica per il territorio.


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