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Ilena Boschi

«Con il servizio civile a Casa Ronald ho scoperto un’altra me stessa»

di Antonietta Nembri

Gli studi in ingegneria aerospaziale, la passione per il marketing e i numeri, poi il periodo Covid e la decisione di cambiare strada. Così la giovane bresciana è arrivata per il suo anno di servizio volontario alla struttura della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia di Brescia, dove ora lavora. Qui ci racconta il suo percorso

Ilena Boschi, ventiquattrenne di Concesio in provincia di Brescia da giugno dello scorso anno lavora alla Casa Ronald di Brescia. La realtà di accoglienza pee le famiglie dei bambini in cura in ospedale della Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia che ha conosciuto durante il suo anno di servizio civile tra maggio 2021 e maggio 2022.
Nel suo curriculum di studi non c’è traccia di studi sociali o umanistici. Tutt’altro. Dopo aver studiato relazioni internazionali e marketing i suoi interessi si erano rivolti all’ingegneria aerospaziale, ma il suo percorso l'ha portata ad abbandonare lo spazio per atterrarre a pochi chilometri da casa. «ho lasciato l’università verso la fine del 2019 senza sapere bene cosa fare, poi è arrivato il Covid che non ha aiutato…» ricorda.
Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.

Qual è stata la molla che le ha fatto scegliere il servizio civile?

Alla fine del 2020 ho visto il progetto della Fondazione per Casa Ronald di Brescia. Me lo ha fatto avere mia mamma, anche se non era quello cui puntavo mi sono detta: “Proviamo a cambiare strada” e a un paio d’anni di distanza posso dire che questa esperienza per me è stata un nuovo inizio.


In alto il video racconto di Ilena Boschi, sotto la giovane intenta alla realizzazione di un cartellone per le attività

C’è stato un evento che le ha fatto capire di aver fatto la scelta giusta per sé?

È successo un giorno. In quel periodo ospitavamo una mamma con la sua bambina che venivano dall’Albania. Mentre stavano giocando all’aperto verso il cancello della Casa le ho viste mollare tutto e andare ad abbracciare un uomo e una bimba molto piccola. Erano arrivati il papà con la sorellina che non vedevano da tempo. Vedere la loro riunione, i loro volti ho capito quale fosse il valore dell’aiuto che offriamo e mi sono detta “voglia far parte di una realtà come questa, di questa fondazione che aiuta le famiglie e le fa riunire”.

Il Servizio civile è stata la sua prima esperienza nel mondo del volontariato?

Sì. Pensavo che il mondo del sociale non mi appassionasse. Ero restia a farmi coinvolgere anche perché la mia passione sono i numeri. Facevo dei lavoretti part-time e all’inizio non pensavo che un progetto sull’accoglienza facesse per me… Mi sono completamente ricreduta. Anche se i numeri non li ho completamente abbandonati.


Nelle immagini Ilena Boschi durante le attività di animazione con i bambini ospiti di Casa Ronald a Brescia

In che senso?

È vero che ora in Casa Ronald mi occupo di accoglienza e supporto alle famiglie, ma tra i miei compiti c’è anche l’amministrazione e il coordinamento dei nostri manutentori: sono dei volontari che si occupano di piccoli lavori come i cambi delle lampadine o della tinteggiatura delle pareti… non avete idea di come i bambini si divertano a scrivere sui muri e poi con sette appartamenti da gestire i nostri volontari hanno sempre qualche piccola cosa fare…

Il suo rapporto con il mondo del volontariato è cambiato?

Decisamente. Pian piano sto convincendo anche mio papà a venire a fare volontariato qui.

Soddisfatta quindi della sua esperienza di Servizio civile? La consiglierebbe?

Decisamente sì. Anzi lo sto già consigliando a tutti: agli amici, ai cugini. Dico loro provate perché ti dà anche tanti strumenti per trovare un lavoro dopo… verso la fine del percorso ho fatto un corso che certifica le competenze ottenute. Credo sia uno strumento utile per trovare il lavoro al termine di un anno di esperienza con il servizio civile.

Durante il tuo percorso hai incontrato altri giovani in servizio civile?

Qui a Casa Ronald eravamo in due e abbiamo fatto tutto il percorso insieme, abbiamo costruito una relazione collaborativa anche perché ci completavamo. Ma ho conosciuto anche altri ragazzi durante i corsi e nei quattro giorni che abbiamo fatto a Milano avevamo tutti alle spalle esperienze diverse e anche età differenti ad accomunarci tutti era la scelta del servizio civile.


Nell'immagine da sx Ilena, Ugo, un volontario di Casa Ronald Brescia, e Rosaria, operatrice della Family Room di Milano, in occasione di una cena estiva con i volontari della Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald


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