Rigenerazione urbana

Con “Pupa” la bellezza riporta la vita nei siti abbandonati

di Gilda Sciortino

Ha avuto inizio dal Milocca, albergo di lusso abbandonato nel 2011 per una vicenda giudiziaria, il viaggio di “Pupa”, progetto pensato dalla stilista Giusi Cusimano e dall’hair-stylist Sergio Castiglia per far dimenticare lo stato di abbandono nel quale versano numerosi luoghi la cui storia si lega a quella del territorio in cu sorgono. Un viaggio che si è evoluto con il fotografo Alessandro Brù Monty, già da tempo alla ricerca di luoghi nei quali non esiste più vita umana

Portare la bellezza dove non c’è, o dove c’era e adesso non c’ è più. Si chiama “Pupa”, ma ha già prodotto la seconda fase con “Pupa 2.0”, il progetto che nasce durante la Pandemia dall’incontro creativo tra una designer di moda, Giusi Cusimano, e l’hair-stylist Sergio Castiglia. Protagonisti di questo viaggio nel tempo sono i luoghi che una volta avevano una vita ricca e ammirata e che, per i più disparati motivi, sono stati abbandonati e consegnati alla natura che ha preso possesso di ogni angolo, della loro storia, addirittura degli stessi oggetti. E sembra, infatti, di stare su un set cinematografico, a passeggiare tra le stanze dello Shining Hotel di Stanley Kubrick e le sontuose sale del Titanic di James Cameron, quando il racconto è quello che riguarda l’ex albergo Milocca, struttura a tre stelle in contrada Piano Castagna, a Castelbuono, nel cuore del Parco delle Madonie, chiuso nel 2011 per il fallimento della cooperativa “Futura”, alla quale l’allora Provincia lo diede in gestione. In seguito si tenterà di metterlo in vendita, ma ad oggi è ancora in bella, si fa per dire, vista, andando ad arricchire l’elenco di ecomostri che caratterizzano il nostro Paese.

Un tempo pietra miliare del turismo degli anni Ottanta, il Milocca fu soprattutto il luogo di riferimento per le feste private, i matrimoni, i compleanni, insomma per tutti gli eventi delle famiglie dell’hinterland; un riferimento anche dal punto occupazionale, visto che dava lavoro a numerose persone del territorio. Oltre 40mila gli ettari di parco naturale che circondano i quattro piani della struttura di 2.500 metri quadrati, distribuiti tra 52 camere e 3 suite, per un totale di 115 posti letto. Chi decideva di fare le proprie vacanze in questa struttura sapeva che avrebbe potuto usufruire, oltre che di una ristorazione d’eccellenza, anche di una sauna, una sala relax, palestra, piscina, campo di bocce e una discoteca; pure di una sala convegno, utilizzata per eventi meno ludici.

Del Milocca hanno parlato in tanti, raccontando la sua storia e le complesse vicissitudini giudiziarie, ma a farlo tornare in auge arriva il progetto “Pupa” che, grazie alle foto dello shooting curato da Valentina Minutella, ha cominciato un viaggio all’interno delle strutture come questa, ritornate in vita in un generoso e caloroso abbraccio della natura.

«Sono una designer di moda – racconta Giusi Cusimano – e dirigo un laboratorio artistico, quindi la mia attività, come anche quella di Sergio Castiglia, non avrebbe nessuna attinenza con questo progetto ma, durante la Pandemia, abbiamo pensato che dovessimo fare qualcosa di diverso e di utile. “Pupa” esprime il contrasto tra la bellezza rappresentata dalla modella che posa nelle stanze devastate dell’albergo e l’abbandono al quale abbiamo destinato questi luoghi. “Pupa” è, però, anche la corazza che avvolge la larva prima che questa si trasformi in farfalla; è, metaforicamente parlando, uno stadio intermedio tra il momento dell'angoscia e quello della serenità, tra il momento della chiusura e quello della libertà. L’involucro in velluto che rappresenta la corazza, della quale si libera la modella, Clelia Cusimano, per rivelare la bellezza del ricamo, esprime la trasformazione che avviene quando si ama il fiore che sboccia. “Pupa” è uno stile di vita, è il rendersi conto che per volare bisogna togliere il brutto che ci circonda, gettare via il peso delle ansie, le preoccupazioni. Solo così potremo librarci in volo».

Essendo Giusi Cusimano originaria di Castelbuono, il Milocca era perfetto per cominciare questa narrazione che, già dalla descrizione orale di quel che era un tempo e di quello che è oggi, fa veramente sentire dentro un set surreale.

«Immaginate che, nelle stanze, ci sono ancora alcuni mobili, ovviamente distrutti dal tempo e dai vandali. Quando siamo entrati c’erano anche i piatti di porcellana sui tavoli. Letti con i materassi fatti a pezzi, televisori col tubo catodico distrutto e la palla, che un tempo illuminava a intermittenza i balli in discoteca, al centro di una grande stanza. Nella piscina, poi, invece dei turisti, oggi nuotano le rane, a dimostrazione, per chi non ci avesse creduto, di quanto la natura abbia avuto la meglio».. Senza dimenticare l’eternit, della cui pericolosità ai tempi non si aveva contezza, che ha trasformato questo sito in bomba ecologica.

«Io stessa non posso dimenticare i miei 18 anni festeggiati al Milocca, come anche le nozze di mia sorella e i 50 anni di matrimonio dei miei zii. Ricordi meravigliosi che non appartengono solo a me ma a tutti i castelbuonesi. Mi rende, quindi, molto triste accorgermi che mia figlia, che oggi ha 12 anni, non ha idea di cosa ha rappresentato per tutti noi”

Ed ecco che, come tutti i bei progetti che si fondano sulla voglia di operare il cambiamento attraverso la conoscenza, giunge “Pupa 2.0”, nato grazie all’incontro con il fotografo Alexander Brù Monty che, caso vuole, al Milocca ci era già stato e aveva fotografato la sua desolazione. Un servizio, il suo, che segue numerosi altri in una ricerca di luoghi come questo dai quali l’uomo è sparito, non sempre consapevole delle conseguenze che avrebbe voluto significare. Un'attenta documentazione riportata nella pagina Facebook "Sicilia Inaspettata".

Un’attività conosciuta come Urbex, consistente nell'esplorazione di strutture artificiali, spesso rovine abbandonate o componenti poco visibili dell'ambiente urbano.

«Giusi ha visto la mia pagina e ha voluto conoscermi sia in virtù di quello che facevo, ma anche perché al Milocca ci ero già stato – spiega il fotografo – così abbiamo deciso di lavorare insieme alla scoperta di altri luoghi. Ogni volta è un’esperienza diversa e unica. Volevo rifarmi all’impressione avuta quando si è paragonato il Milocca all’Overlook Hotel, assolutamente calzante. Ci tenevo, però , a dire che l’Overlook esiste davvero, si trova a Piano Battaglia, località sciistica in provincia di Palermo, e ce ne sarebbe da raccontare».

«Se si vuole definire Alessandro, più che un fotografo, direi che è un esploratore del 21° secolo – ci tiene a dire Giusi Cusimano – . Armato di macchina fotografica e obiettivi, con tanta tenacia e passione cerca piccoli mondi antichi abbandonati e dimenticati. Con “Pupa 2.0”, insieme a lui, siamo andati alla scoperta della bellezza di un altro luogo, le Case di Lanziria, un piccolissimo Borgo tra Castelbuono e Isnello, sempre in provincia di Palermo, dove viveva una decina di famiglie. Un altro luogo peno di suggestione».

Basta un po’ di immaginazione e, guardando ciò che resta, ci si può immergere nella vita che si animava attorno al frantoio, in parte ancora esistente. Entrando nelle case disabitate, si vedono ancora i resti di quella che un tempo era la cucina, davanti al cui fuoco i riuniva la famiglia dopo avere richiamato in casa i bambini che amavano rincorrersi nell’aia. Anche qui la natura ha fatto il suo corso, prendendo possesso di ogni cosa.

Posti magici che non sono certamente gli unici di un’Italia che chiama alle armi i Comuni per progettare interventi che puntare a riqualificare i borghi. Paradosso di un Paese che troppo spesso soffre di mancanza di memoria, quindi evidenziando tutta la sua incapacità di guardare oltre.

Proprio per questo un progetto come “Pupa” potrebbe diventare la spinta giusto per non lasciare andare le bellezze del nostro territorio.

«Nel caso specifico del Milocca e di Lanziria – conclude la Cusimano – siamo nel cuore del Parco delle Madonie, quindi speriamo che qualcuno possa volere fare qualcosa per tutelarli. Ovviamente andiamo verso “Pupa 3.0”, pensando a una chiesa di Termini Imerese molto bella, anche se diroccata. Ci è stata segnalata e speriamo che succeda la stessa cosa con altri interessanti siti ricchi di storia, che magari conoscono pochi ma che meriterebbe di non cadere nell’assoluto oblio».

La foto dell'esterno del Milocca e quella delle Case di Lanziria sono di Alexander Brù Monty, le altre di Valentina Minutella


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