Mondo
Italia chiederà attivazione protezione temporanea Ue
La proposta sul tavolo del prossimo Consiglio di Ministri dell'interno europei
di Redazione
Dopo Malta, anche l’Italia chiederà agli altri Stati membri dell’Unione Europea l’attivazione del meccanismo di protezione temporanea previsto dalla direttiva Ue 55 del 2001. Lo ha anticipato l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea, in vista del prossimo Consiglio Affari Interni in programma l’11 aprile a Lussemburgo. Il consiglio, che prevede la partecipazione del ministro Maroni, sarà dedicato alll’emergenza immigrazione.
“Chiederemo di disporre misure operative per rendere concreto il principio di solidarietà. L’Italia, come ha già fatto Malta, chiederà l’attivazione del meccanismo 55/2001 sulla protezione temporanea per gli sfollati”, ha detto Nelli Feroci.
Fonti diplomatiche riferiscono però all’agenzia Reuters che si è ancora lontani dalla maggioranza qualificata, necessaria per l’attivazione di questo meccanismo.
“La direttiva Protezione temporanea è stata presa dal Consiglio Ue in seguito al conflitto del Kosovo del 1999 e riguarda soltanto i rifugiati” ricorda a Vita Yves Pascouau, senior policy analyst dell’European Policy Center (EPC) e specialista delle questioni migratorie nello spazio Ue. “All’epoca l’afflusso di mgliaia di rifugiati aveva convinto il Consiglio della necessità di dover equilibrare gli sforzi degli Stati membri per accogliere i rifugiati sulla base del principio di solidarietà. Da allora però la direttiva non è mai scattata, anche perché paesi come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna sono sempre stati reticenti all’idea di dover accogliere dei profughi sbarcati in Italia o in Spagna”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.