Mondo

Jarmush, incontri al bar della vita

Recensione del film "Coffee and cigarettes" di Jim Jarmush (di Andrea Leone).

di Redazione

Alcuni dei racconti di Coffee and cigarettes di Jim Jarmush risultano vuoti e irritanti (Gemelli), altri non più che semplici scherzi (quello con Benigni e No Problem). Va meglio con il rinato Bill Murray, con la brava Cate Blanchett nel doppio ruolo di una star e della cugina povera, e divertente è lo sketch con Iggy Pop e l?irresistibile Tom Waits (sua la battuta: «Questo è il vantaggio di aver smesso di fumare. Questa sigaretta ad esempio posso fumarla. Tanto ho smesso»).
L?episodio migliore è forse Cugini? Due attori si scoprono parenti, ma mentre uno è entusiasta, l?altro rimane del tutto indifferente, rifiutandosi persino di dare il suo numero di telefono personale; solo quando scopre che il ritrovato cugino è intimo di un celebre regista diventa amichevole. Le belle, raffinate immagini in bianco e nero mostrano per tutto il film il fumo delle sigarette; la nostalgia, l?esistenza che va in fumo sembra essere il tema principale; in questo senso il rock e un lied di Mahler rappresentano entrambi la musica del passato. Nella musica da camera dei fitti dialoghi, improntati ora a una lunatica ironia ora a una sorta di straniamento, ora all?elegia, si svela l?ipocrisia delle ferree regole sociali; le parole dei personaggi procedono come un delicato meccanismo ad orologeria in cui ognuno schiva il proprio interlocutore-avversario, una specie di schermaglia in cui ci si espone e alla reazione si contrattacca, ci si ritira e poi ci si esibisce, una fitta rete in cui l?io si scontra con l?altro; negli episodi più malinconici o inquietanti ognuno è solo con se stesso nel sogno del passato e la seduta con sigarette e caffè, cioè il presente con l?interlocutore, risulta impossibile.
Tutti i personaggi a un certo punto si alzano e se ne vanno. Un divertimento a tratti intelligente ; ma se le singole scene di questo teatro dell?assurdo americano hanno dei tempi perfetti e sulla breve misura la sceneggiatura funziona, il problema del film è la costruzione formale, che alla lunga mostra la corda; la gratuità del pretesto diventa una prigione e il tutto soffoca in un esercizio autocompiaciuto. Si ha l?impressione di un taccuino dell?autore, come una specie di quadri preparatori per un film che non arriva. Così Coffee and Cigarettes non aggiunge molto alla carriera di Jim Jarmush. C?è da aggiungere che l?edizione italiana non rende piena giustizia a un film tutto parlato come questo (preferire assolutamente l?edizione originale).

Andrea Leone

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