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KIVU. Appello della rete “Pace per il Congo”

Tre associazioni fanno appello all'Unione europea, al governo italiano e alla Corte penale internazionale

di Redazione

«Ora per ora seguiamo le fasi di una nuova guerra nella Repubblica Democratica del Congo, una guerra cominciata nel Nord-Kivu, e che mira ad estendersi rapidamente al Sud Kivu e all’intero Paese». Oggi scrivono un appello conginunto per la pace nel Kivu le tre associazioni “Beati i Costruttori di pace”, “Chiama l’Africa” e “Pace per il Congo”.

Le associazioni fanno sapere che «Migliaia di abitanti di Bukavu hanno pregato e sfilato ieri nel 12° anniversario dell’uccisione dell’arcivescovo Christophe Munzihirwa, chiedendo la pace, dicendo no ad ogni tentativo di balcanizzazione del Paese, esprimendo la loro sfiducia nella MONUC – la forza ONU in Congo forte di 17.000 uomini -, e l’appoggio al programma di pacificazione Amani deciso nello scorso gennaio a Goma, e domandando alle autorità nazionali un’efficace difesa della popolazione. L’esercito congolese, mal equipaggiato, malpagato, con famiglie miserabili al seguito, con non poche autorità conniventi con le truppe ribelli, è anch’esso in fuga, saccheggiando al suo passaggio. Sembra di rivivere il copione dell’inizio delle precedenti guerre del 1996 e del 1998».

Le tre associazioni chiedono alla Corte Penale Internazionale di spiccare rapidamente un mandato internazionale d’arresto contro Laurent Nkunda, dando seguito alle denuncie da tempo depositate, e di disporre le misure necessarie al suo arresto.

E all’Unione Europea di fornire un soccorso immediato alle popolazioni colpite dalla guerra nel Nord Kivu; di prendere le opportune misure contro il regime del Ruanda, il cui sostegno alla guerra di Nkunda è provato; d’istituire un osservatorio permanente sul commercio delle materie prime, per scoraggiare il saccheggio delle risorse, vera causa della guerra.

Al nostro Paese di farsi portavoce di queste richieste presso la CPI e l’UE; di intraprendere le iniziative opportune per venire incontro al dramma congolese; di promuovere l’invio nella zona di operatori di pace (“caschi bianchi”).

Le associazioni infine lanciano una catena di digiuno e di preghiera, ciascuno secondo le proprie convinzioni religiose, per la pace in Congo e nella Regione dei Grandi Laghi, facendolo sapere all’indirizzo: muungano@libero.it

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