Famiglia
Lunicef tiepida sulle adozioni
Minori. L organismo Onu e il caso rumeno / Bucarest dal 2004 ha messo il blocco. Le associazioni contestano. E lAgenzia media...
di Redazione
«N onostante la quantità di iniziative intraprese, il tasso di abbandono in Romania resta alto in modo preoccupante e inusuale». Questa è l?analisi dell?Unicef, presente nel paese dal 1991, in tema di minori a rischio. L? Agenzia Onu per l? infanzia si tiene lontana dalla polemica sorta sulle pagine del Financial Times (che nelle scorse settimane ha visto 33 ong, l?europarlamentare Emma Nicholson e il segretario di Stato romeno scambiarsi aspre puntualizzazioni sui numeri e la condizione dei bambini negli istituti), ma tiene comunque a chiarire un po? di questioni.
Prima di tutto, ricorda di aver già descritto con precisione, in precedenti rapporti, le caratteristiche e le principali cause del fenomeno abbandono. E per risolverlo, sottolinea, gli sforzi da fare sono ancora notevoli: «è necessario sviluppare una serie di energiche e mirate misure preventive», spiega in una nota, «per supportare le madri che pensano di abbandonare il loro bambino e intensificare le attività dei servizi di protezione dell?infanzia».
E proprio alla tenuta e all?adeguatezza del sistema di servizi rumeno faceva riferimento il preoccupato appello delle ong. Al cuore della polemica, in realtà, c?è la delicatissima questione del divieto di adozione internazionale adottato da Bucarest nel 2004. Sulle barricate, a difendere quasi strenuamente il blocco, c?è Emma Nicholson, la baronessa britannica autrice del rapporto sull?ingresso della Romania nell?Ue, che ha proposto al suo interno la fine delle adozioni internazionali, «in quanto causa di pericolosa corruzione», e ha convinto i suoi colleghi, molti dei quali ora si dicono pentiti. La Nicholson sostiene che le cifre pubblicate dalle ong «semplicemente non sono vere». Intanto però a Bruxelles e Strasburgo l?aria sta cambiando: un gruppo di europarlamentari continua a promuovere la sottoscrizione di un documento che spinga Bucarest a tornare sui propri passi, riaprendo alle adozioni internazionali.
Cosa ne pensa l?Unicef? Sottolinea che «l?adozione internazionale non può essere una soluzione al problema dell?abbandono, né una risposta universale». Dall?altro, però, ricorda che «l?adozione all?estero può costituire la soluzione più appropriata per alcuni bambini». Qualunque sarà la decisione di Bucarest, sembra dire l?Agenzia, bisogna mettere mano a un energico programma di prevenzione e tutela dei bambini abbandonati.
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