La nuova traduzione della Bibbia della Cei (uscita ad ottobre) inizia a mostrare un po’ troppe crepe. Il primo ad allarmarsi era stato Carlo Ossola sul Domenicale del Sole 24Ore. Poi è arrivato un altro biblista, Gianantonio Borgonovo a riempire quattro fogli con l’elenco dei primi strafalcioni riscontrati. Un letteralismo un po’ pedante ha portato a soluzioni vagamente grottesche: come i “padiglioni” che compaiono nel primo libro delle Cronache (il Signore va di padiglione in padiglione…) o come le tende che nell’episodio della Trasfigurazione si sono fatte capanne per un omaggio alle radici ebraiche. La Chiesa non riesce a guarire dalla sindrome dell’aggiornamento… (nella foto, la copertina della Bibbia Cei con il logo di Mimmo Paladino).
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