di Ouissal Mejri
Sono a Milano per la solita animata riunione di redazione. Vado a pranzo con tre amici. Mi tocca sorbire la solita battuta maschilista infelice: «Tu donna devi stare zitta e metterti il burka».
Oggi purtroppo l’immagine trasmessa dell’Islam attraverso i media è quella di una religione che ignora la sua essenza di amore, tolleranza e pace. E non solo. Il musulmano appare come un mostro feroce, schiavo dei propri istinti e di conseguenza la donna si presenta come schiava dell’uomo.
Allora, per schiarire le idee al mio amico, e non solo lui, gli ho proposto di leggere Confusione di una musulmana, l’ultimo libro della teologa tunisina di Olfa Youssef. Attraverso la sua confusione si rifà alla confusione di tutti i musulmani.
Un testo caratterizzato da un approccio critico nei confronti del pensiero islamico, una critica verso i pregiudizi della religione e soprattutto verso la lettura del Corano.
Olfa Youssef dimostra che se c’è una disuguaglianza tra i sessi nella legislazioni dei Paesi arabi, la fonte non è né il Corano né la Sunna bensì la lettura e le interpretazioni fatte dai giuristi motivati spesso più dai loro interessi che da quelli di milioni di fedeli. L’autrice spiega che la confusione di tanti musulmani in fondo è dovuta alla dissonanza che divide il Corano e la Sunna dalle miriadi di interpretazioni coraniche che si sono susseguite nei secoli.
I tempi sono cambiati dal mio arrivo in Italia quando le persone mi chiedevano solo com’è il mare ad Hammamet o come si cucina il couscous. Oggi ci tocca sempre rispondere a questioni relative all’Islam e alla condizione delle donne musulmane.
Visto che sono stanca di rispondere, leggete il libro. Le confusioni di Olfa, infatti, sono le mie certezze.
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