Dibattiti

La cooperazione internazionale dopo l’uragano Trump

Il settore sta attraversando una fase di profondo cambiamento che rende necessario intrecciare nuove alleanze e costruire altre strategie. Quale sarà il ruolo delle istituzioni, della società civile e delle imprese in questo nuovo scenario? Ne parliamo venerdì 16 maggio, alle ore 11 (padiglione 2 Innovation Arena) in occasione di Codeway 2025 alla Fiera Roma

di Redazione

Codeway ed. 2024

Da febbraio dello scorso anno, l’intero settore della cooperazione internazionale vive in un clima di incertezza e apprensione per il futuro. La decisione del presidente americano Donald Trump di congelare, inizialmente per 90 giorni, i fondi destinati ai progetti già contrattualizzati dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale – UsAid e poi di procedere successivamente al suo smantellamento, rappresenta una seria minaccia per la vita di milioni di persone. Fino ad oggi, l’UsAid ha finanziato il 40% della cooperazione internazionale a livello globale. Quanti progetti sono stati interrotti? Quali sono le principali difficoltà che le organizzazioni non governative, incluse quelle italiane, stanno affrontando?  Anche le ong italiane stanno soffrendo per lo smantellamento dell’Agenzia. È innegabile che la cooperazione internazionale stia attraversando una fase di profondo cambiamento, rendendo necessario ripensare alleanze e strategie. Quale sarà il ruolo delle istituzioni, della società civile e delle imprese in questo nuovo scenario? Sono questi alcuni degli interrogativi al centro di un incontro in programma venerdì 16 maggio, alle ore 11 (padiglione 2 Innovation Arena) in occasione di Codeway 2025 alla Fiera Roma, dal titolo “La cooperazione internazionale dopo l’uragano Trump”. E lo faremo con Roberto Mengoni, responsabile dell’ufficio per la cooperazione allo sviluppo con l’Africa presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Silvia Stilli, presidente della rete di Aoi e Sandro De Luca presidente della rete di ong Link 2007, Filippo Prosperi, direttore dell’azienda De Lorenzo, impresa specializzata nella progettazione, sviluppo e produzione di apparecchiature didattiche per la formazione tecnica e professionale, in particolare nei settori elettrico ed elettronico. 

Il panel di VITA si inserisce all’interno della fiera Codeway che oggi, ancora di più rispetto alle edizioni passate, mira a convertire le sfide globali in opportunità di crescita comune, aggregando il settore produttivo, le istituzioni internazionali, le organizzazioni della società civile e il mondo accademico all’insegna di innovazione, cooperazione e impresa. Parlare del ruolo dei privati nella cooperazione internazionale sembrava strano fino a poco tempo fa. Ma le cose stanno cambiando velocemente. «C’è stata una lunga tradizione in Italia», ha spiegato a VITA Massimo Zaurrini, giornalista, direttore di Internationalia e Africa Affari e co-organizzatore della manifestazione, «dove i privati e le aziende non erano percepiti come soggetti della cooperazione. Tuttavia, quello che sta accadendo negli ultimi mesi sta paradossalmente spingendo sempre di più il coinvolgimento dei privati. Penso appunto ad un soggetto come Usaid che distribuiva fondi a molteplici organizzazioni, dalle ong più piccole fino alle Agenzie dell’Onu. Ora, uno dei modelli valutati per sopperire alla mancanza di questi fondi è proprio il coinvolgimento dei privati. Quindi, in questo momento, Codeway diventa fondamentale perché anche i soggetti più restii a collaborare con il settore privato si rendono conto che è un interlocutore fondamentale e necessario, perché gli interlocutori classici tendono a scomparire».

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