Famiglia
La Curia di Padova: «No a toni razzisti e xenofobi»
Un documento di condanna, la chiesa locale risponde all'ordinanza anti-sbandati ricordando ai sindaci veneti che «la povertà non può essere un fattore di discriminazione».
di Redazione
Un richiamo all’accoglienza e alla sicurezza. La Curia di Padova entra nel dibattito sull’ordinanza anti-sbandati dei sindaci veneti che fissa un tetto minimo di reddito per gli immigrati residenti. E lo fa con un documento forte di condanna nei confronti dei toni «razzisti e xenofobi» usati in questi giorni. Ne danno notizia i principali quotidiani locali (Il Mattino di Padova, Il Gazzettino, Il Corriere del Veneto).
Nel documento diffuso dalla Diocesi di Padova col placet del Vescovo, la Curia sottolinea l’importanza da parte dello Stato di «garantire la sicurezza dei cittadini contro la malavita italiana e straniera» ma al contempo respinge con forza «il razzismo e la xenofobia» che emergono da certi «segni di paura e di insicurezza».
Nel documento stilato dalla diocesi padovana si legge ancora che: «La Chiesa di Padova rifiuta ogni forma più o meno esplicita di razzismo» e invita all’«accettazione dell’altro» secondo quanto prescritto oltre che dal Vangelo anche dalla nostra Costituzione. E’ netta la posizione della Curia di Padova che non accetta l’equazione «immigrati uguale delinquenti e povertà uguale illegalità. Perché – ribadisce con forza il documento vescovile – la povertà non può essere un fattore di discriminazione»
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