Welfare
La diaspora africana: “Non siamo carne da macello”
Il comunicato contro il razzismo di Redani, la rete della diaspora africana in Italia
di Redazione
«C’è un fenomeno di intolleranza crescente che sta dilagando in questo paese e la comunità Nera africana ne sta pagando altamente le spese». A scriverlo in un comunicato è Redani, la Rete della Diaspora Africana Nera in Italia.
«Dall’uccisione del giovane sudafricano Jerry Essan Masloo (Villa Literno, 25 agosto 1989) che allora sollevò un’onda d’indignazione e proteste in questo paese, a quella recente del senegalese Ibrahim M’Bodi ucciso a Biella dal datore di lavoro, con nove coltellate, perché reclamava lo stipendio che da tre mesi non gli era stato versato, abbiamo assistito nell’arco di un solo anno al massacro del piccolo Abdul a Milano per un pacco di biscotti, al pestaggio del giovane Emmanuel dai vigili di Parma» si legge nel comunicato. «Abbiamo visto il giornalista-scrittore Pap Khouma malmenato da agenti del trasporto milanesi, sei ghanesi morti-ammazzati a Castelvolturno, uno studente etiope picchiato a Napoli, l’attore Mohamed Ba accoltellato in pieno giorno nella “Milano col cuore in mano”, senza ragione, di fronte all’indifferenza generale. Anche un somalo a Torino aggredito sul pullman, ne è uscito con una mascella rotta, un fisioterapista congolese, aggredito davanti alla figlioletta da una ventina di ragazzi, e tante, tante altre violenze e soprusi quotidiani».
«A quelli che parlano ancora di “episodi isolati” diciamo che sono fatti che dimostrano, ce ne fosse bisogno, che c’è un fenomeno di intolleranza crescente che sta dilagando in questo paese e la comunità Nera africana ne sta pagando altamente le spese» prosegue la rete della diaspora africana.
«Da qualche tempo, registriamo presso i nostri concittadini dell’Africa Nera, segnali di insofferenza e preoccupazione. Ci sono sempre più immigrati neri che denunciano l’esistenza di un clima di sospetto, di ostilità, di violenza verbale nei loro confronti. Oggi in Italia, vi sono chiari indici di un aumento del razzismo contro i Neri. Il peggioramento della situazione ci invita ad agire per dire Basta contro l’odio e il razzismo».
«Di fronte all’uccisione di Ibrahim M’Bodi, gli intellettuali dell’Africa Nera in Italia chiedono a TUTTI un risveglio da questo letargo di disumana indifferenza» prosegue Redani. «Dobbiamo combattere TUTTI contro questo vento gelido che si aggira per l’Italia nell’assordante silenzio della gente onesta».
Redani chiede «alla classe politica di questo paese che ci ha accolto, più impegno e determinazione nella lotta contro il razzismo, l’odio e l’intolleranza. Servono campagne di prevenzione per impedire un deterioramento della situazione. Ma contrariamente ai metodi usati in passato, vogliamo essere protagonisti di queste campagne di sensibilizzazione. Vogliamo parlare agli italiani ed affrontare insieme a loro le sfide della convivenza e del dialogo interculturale. Chiediamo alla classe politica di fronte all’uccisione di Ibrahim M’Bodi di cambiare radicalmente il modo con il quale la questione del razzismo viene affrontata in questo paese.
Perché non siamo cittadini di seconda classe;
Perché crediamo in una società dei Diritti ma anche dei Doveri;
Perché crediamo in una società dove la sicurezza viene garantita a tutti i cittadini;
Perché molti di noi sono anche orgogliosamente cittadini italiani;
Per evitare che accada un altro episodio triste, chiediamo alla classe politica di impegnarsi con maggiore concretezza per il nostro riconoscimento sociale creando le condizioni per farci dialogare in armonia con il popolo italiano».
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