Non profit
La diplomaziaprima dei paracadute
Birmania. Parla il neosottosegretario Alfredo Mantica
di Redazione
Alfredo Mantica sta varcando per la prima volta la soglia della Farnesina, quando è raggiunto da Vita. Siamo i primi a intervistarlo dopo la nomina a sottosegretario agli Affari esteri. Sempre dalle pagine di questo settimanale, due mesi fa, l’allora senatore aveva manifestato il desiderio, in caso di vittoria del suo schieramento, di avere la delega per la cooperazione internazionale. Mantica è un sostenitore del principio di ingerenza umanitaria: alla fine degli anni 90 fece paracadutare gli aiuti sui monti Nuba, in Sudan, in una zona isolata dove la popolazione era allo stremo a causa della guerra civile.
Vita: Farebbe lo stesso in Birmania? Ovvero: è lecito portare l’aiuto umanitario nelle situazioni in cui c’è un blocco da parte del governo locale?
Alfredo Mantica:La situazione in Sudan era un po’ diversa. C’erano grandi difficoltà ma il governo di Karthoum, pur in guerra civile con la zona dei Nuba, non pose ostacoli agli aiuti che lanciammo. Il problema è quando il governo locale mette degli ostacoli e di che tipo. Detto questo, ritengo che l’ingerenza umanitaria sia legittima. Se i birmani sequestrano gli aiuti e provvedono alla distribuzione in un modo che riteniamo non corretto, il problema si pone. Se non fanno entrare gli operatori umanitari, c’è una difficoltà in più e si pone il problema se continuare e rafforzare le strutture di un regime totalitario o cercare, attraverso le pressioni della comunità internazionale, di rimuovere quegli ostacoli.
Vita: Il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha proposto di paracadutare gli aiuti senza il permesso del governo birmano?
Mantica: Conosco bene il ministro degli Esteri francese. Ho lavorato con lui quando non era ancora ministro ma solo un uomo di grande esperienza per quanto riguarda gli aiuti umanitari. La sua proposta? Si può fare. Però bisogna vedere cosa succede se ti tirano un missile contro un aereo. Voglio dire: c’è un rischio politico che va calcolato. Certamente una forzatura va tentata. Io credo prima sul piano diplomatico e politico. Mi auguro che la Cina – che ora vive, purtroppo, un momento drammatico, e che aveva in qualche modo avallato la posizione birmana – capisca l’errore e sia la prima a premere sulla Birmania perché rimuova il blocco.
Vita: Crede che in Birmania l’Unione europea, anche attraverso l’inviato Piero Fassino, possa avere un ruolo?
Mantica:Credo che l’Ue debba sempre avere un ruolo. Tenendo conto delle strutture dell’Ue e delle sue capacità in termini economico-finanziari, è assolutamente indispensabile agire di concerto con l’Unione europea.
Vita: Come si muoverà invece la nuova Farnesina? Avete deciso uno stanziamento per gli interventi di emergenza?
Mantica:Lo renderemo noto appena possibile. Siamo al passaggio delle consegne.
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