Politica
La Fand proclama lo stato di agitazione permanente
Il comitato esecutivo della federazione chiede all'unanimità il ritiro del disegno di legge delega per la riforma fiscale e assistenziale
di Redazione
La Fand è proprio sul piede di guerra. Oggi il Comitato esecutivo della Fand si è riunito per esaminare il contenuto dei recenti provvedimenti di finanza pubblica emanati dal Governo. Nell’occasione la In tale occasione la Dirigenza Fand si è soffermata soprattutto sul disegno di legge n. 4566, assegnato alla 6ª Commissione permanente della Camera (si tratta della delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale, in particolare sull’art. 10 che prevede interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale).
Il Comitato esecutivo della Fand, ha trovato l’unanimità sui seguenti principi fondamentali:
totale condivisione del contrasto al fenomeno della falsa invalidità, che, assorbendo indebitamente risorse finanziarie, non fa altro che nuocere a tutte le persone che soffrono di reali disabilità;
riconoscimento della necessità di provvedere ad un riordino complessivo e ad una razionalizzazione dell’attuale disciplina concernente lo stato sociale, che siano, però basati in ogni principio cardine, sul riconoscimento dei diritti soggettivi delle persone disabili, e non invece su forme, più o meno volontaristiche, di risposta al loro stato di bisogno, ovvero concepiti unicamente come ulteriore forma di contenimento della spesa pubblica che penalizzi doppiamente i disabili, prima come cittadini e poi come soggetti più deboli e a forte rischio di emarginazione;
fermo e completo rigetto di qualsiasi norma che preveda la violazione, anche parziale, del principio dell’erogazione dell’indennità di accompagnamento e della indennità di comunicazione al solo titolo della minorazione, quale espressione più alta dell’assioma contenuto nell’art. 38 della Costituzione e sulla base di quanto in più sedi sostenuto dai supremi organi giudicanti del nostro ordinamento, secondo i quali l’indennità di accompagnamento rappresenta un intervento assistenziale della collettività indirizzato non al mero sostentamento dei soggetti disabili, ma alla predisposizione di una misura riparatoria e compensativa, pur di natura pecuniaria, volta ad offrire sostegno ed aiuto solidale a chi soffre di gravissime menomazioni o particolari patologie, ed ha bisogno di assistenza continua per il compimento di atti quotidiani della vita che gli sono impediti, compresi quelli della cosiddetta “vita sociale o di relazione”;
piena disponibilità a collaborare con le autorità governative per la istituzione di un tavolo di concertazione, volto a definire le linee guida di un riordino normativo dell’attuale disciplina socio-assistenziale, rifiutando con forza qualsiasi intervento attuato senza il coinvolgimento diretto dei rappresentanti delle persone disabili, in spregio ai principi ispiratori della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato italiano con legge 3 marzo 2009, n. 18.
Sempre all’unanimità quindi il Comitato esecutivo della Fand, ha deliberato all’unanimità di richiedere il ritiro del disegno di legge n. 4566, almeno per quanto concerne il capo II contenente le misure di riforma assistenziale, stabilendo contestualmente lo stato di agitazione a tempo indeterminato dell’intera categoria anche con forme di appoggio a manifestazioni di protesta decise in accordo con altre associazioni di persone disabili, ovvero organizzate da altri enti od organismi rappresentativi della società civile, fino a quando non sarà stata trovata una soluzione realmente rispettosa dei diritti di tutte le persone disabili, riconosciuti dalla Costituzione.
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