Cultura

La giustizia, da sola, non basta

Un testo chiave.

di Redazione

Nell?enciclica Dives in Misericordia (dicembre 1980) viene sottolineata la radicalità del volontariato cristiano che nella sua azione sa andare oltre il bisogno di giustizia. E questa ci pare la sua lezione massima, il passaggio capitale del suo insegnamento. Ecco cosa scrive Giovanni Paolo II.

Nella parabola del figliol prodigo non è usato neanche una sola volta il termine ?giustizia? perché l?amore si trasforma in misericordia quando occorre oltrepassare la precisa norma della giustizia: precisa e spesso troppo stretta. (?) La Chiesa condivide con gli uomini del nostro tempo questo profondo e ardente desiderio di una vita giusta sotto ogni aspetto, e non omette neppure di sottoporre alla riflessione i vari aspetti di quella giustizia, quale la vita degli uomini e delle società esige. Tuttavia, sarebbe difficile non avvedersi che molto spesso i programmi che prendono avvio dall?idea di giustizia e che debbono servire alla sua attuazione nella convivenza degli uomini, dei gruppi e delle società umane, in pratica subiscono deformazioni. (?) È ovvio infatti che in nome di una presunta giustizia (ad esempio storica o di classe) talvolta si annienta il prossimo, lo si uccide, si priva della libertà, si spoglia degli elementari diritti umani. L?esperienza del passato e del nostro tempo dimostra che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all?annientamento di se stessa, se non si consente a quella forza più profonda, che è l?amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni. (?)
La misericordia autenticamente cristiana è pure, in certo senso, la più perfetta incarnazione dell??eguaglianza? tra gli uomini, e quindi anche l?incarnazione più perfetta della giustizia, in quanto anche questa, nel suo ambito, mira allo stesso risultato. L?eguaglianza introdotta mediante la giustizia si limita però all?ambito dei beni oggettivi ed estrinseci, mentre l?amore e la misericordia fanno sì che gli uomini s?incontrino tra loro in quel valore che è l?uomo stesso, con la dignità che gli è propria. In pari tempo, l??eguaglianza? degli uomini mediante l?amore ?paziente e benigno? non cancella le differenze: colui che dona diventa più generoso quando si sente contemporaneamente gratificato da colui che accoglie il suo dono; viceversa, colui che sa ricevere il dono con la consapevolezza che anch?egli, accogliendolo, fa del bene, serve da parte sua alla grande causa della dignità della persona, e ciò contribuisce a unire gli uomini fra di loro in modo più profondo. Così, dunque, la misericordia diviene elemento indispensabile per plasmare i mutui rapporti tra gli uomini, nello spirito del più profondo rispetto di ciò che è umano e della reciproca fratellanza.

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