Mondo
La guerra civile è dietro l’angolo
Agire: a rischio il precario equilibrio del paese più popoloso d'Africa
di Redazione
a cura di Agire, Agenzia Italiana di risposta alle emergenze
Il 17 giugno verrà ricordato come un’altra domenica di sangue nel nord della Nigeria: cinque attentati terroristici contro altrettante chiese, seguiti dall’immediata rappresaglia delle comunità cristiane locali.
Secondo le fonti sono 36 i morti negli attacchi, tra cui quattro bambini che giocavano davanti una delle chiese e circa una ventina i musulmani linciati. Più di 100 invece le persone rimaste ferite.
La domenica degli orrori è cominciata con esplosioni che nel giro di un’ora hanno colpito due chiese nella città di Zaria e tre a Kaduna, capoluogo dell’omonima regione del nord. A seguito di questi attentai, in cui hanno perso la vita anche quattro bambini che giocavano davanti alla chiesa, è esplosa la rabbia di giovani cristiani che hanno bloccato l’autostrada verso Abuja, tirando fuori i musulmani dalle loro auto e uccidendoli. Sempre nella serata di domenica 17 giugno, le autorità di Kaduna hanno proclamato un coprifuoco di 24 ore in tutta la regione con effetto immediato ed ordinato un massiccio dispiegamento di forze in “ogni angolo dello Stato”.
Quest’ultima violenza contro i cristiani in Nigeria è stata condannata duramente anche dal Vaticano.
“La sistematicità degli attentati contro i luoghi di culto cristiani nel giorno di domenica è orribile e inaccettabile, e rivela un disegno assurdo di odio“, afferma il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi.
Nessuna responsabilità immediata per lo spargimento di sangue ma le rivendicazioni sono arrivate ieri, 18 giugno, dal gruppo estremista legato ad Al Qaida – Boko Haram – che ha già causato oltre 1.000 morti dalla metà del 2009. L’obiettivo della setta islamica non è solo di instaurare una suprema monarchia islamica in Nigeria ma anche di innescare una guerra civile interreligiosa, mandando in frantumi i precari equilibri del Paese più popoloso dell’Africa e maggior produttore di petrolio.
Ma avverte Monsignor Matthew Man-Oso Ndagoso, raggiunto telefonicamente da Panorama.it: “Non chiamatela guerra interreligiosa, qui siamo tutti sotto attacco”. Da mesi in Nigeria c’è lo stato di emergenza: i circa 160 milioni di abitanti del paese, divisi a metà tra cristiani (più concentrati a Sud) e musulmani (maggioritari a Nord), sono vittime degli scontri tra i terroristi di Boko Haram e le truppe governative del presidente Goodluck Jonathan. “Le radici dell’odio di Boko Haram sono politiche. La loro non è una guerra di religione ma una guerra di potere“, dichiara il porporato di Kaduna. (…) “Il conflitto fa male a tutti e deve finire. Dobbiamo coltivare la cultura del dialogo e della pace, senza alimentare divisioni settarie, che portano solo alla distruzione totale e alla morte di tante persone innocenti”. Ma la sensazione in Nigeria, è che il grande assente sia proprio il governo. “Certo, finché il governo continuerà a non dare risposte alla povertà e alla disoccupazione, l’humus per i terroristi sarà sempre più fertile“, conclude l’Arcivescovo Ndagoso.
Leggi anche Nigeria: cui prodest? di Giulio Albanese
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it