XXV edizione

La libertà per cambiare il mondo: il concept note delle Giornate di Bertinoro 2025

Con il titolo “Liberi per…”. tornano le Giornate di Bertinoro per l'Economia Civile. Appuntamento dal 10 all’11 ottobre. L’evento si interrogherà su «come rendere la libertà generativa, orientandola verso il bene comune». Il direttore di Aiccon presenta le sfide per un nuovo protagonismo del non profit e dell’economia sociale

di Paolo Venturi

Un anniversario importante. Una sfida ancora più grande. Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile compiono 25 anni e, come ogni rito che si rispetti, non si limitano a celebrare il passato: lo onorano proiettandosi nel futuro. 

Questa edizione speciale non è soltanto un traguardo, ma un punto di rilancio: un’occasione per riaffermare l’economia civile come metodo per affrontare – e soprattutto abitare – la realtà nella sua interezza. Perché vivere non è sopravvivere. E perché oggi, più che mai, la posta in gioco è la libertà.

Liberi per… cosa?

In un tempo segnato da sfiducia e frammentazione, in cui l’incertezza genera paura e la paura chiusura, la libertà rischia di diventare una parola svuotata, ridotta a difesa dei propri confini o a pretesa individuale.
Ma la libertà autentica – quella che trasforma, che innova, che genera futuro – è ben altro. È la libertà per: per creare legami, per costruire istituzioni giuste, per rigenerare territori e la felicità di chi li abita. Per cambiare il mondo e agire sulle cause che generano disuguaglianze.  

È questo l’orizzonte della 25ª edizione delle GdB: un percorso collettivo che si interroga  su come rendere la libertà generativa, orientandola verso il bene comune. 

Non basta essere liberi da vincoli, né semplicemente liberi di scegliere. Serve una libertà che abbia uno scopo, un fine condiviso. Serve la libertà per. E serve il coraggio di chiederci: per cosa siamo davvero liberi? 

Tre sfide per un nuovo protagonismo del Non Profit e dell’Economia Sociale

La libertà, per essere piena, deve incarnarsi in sfide concrete. Le GdB 2025 propongono tre direzioni di marcia:

  • Un nuovo umanesimo del lavoro: riconoscere il lavoro non solo come fonte di reddito, ma come bisogno di espressione, relazione e trasformazione. Un lavoro che dà senso, che nutre l’identità e che costruisce comunità e competitività.
  • Pensiero critico e intelligenza artificiale: in un’epoca dominata da algoritmi e post-verità, il Terzo Settore e l’Economia Sociale devono custodire la libertà di pensiero, difendendo la democrazia e promuovendo pluralismo e responsabilità.
  • Ridisegnare ecosistemi e fare spazio al desiderio: ricollocare il desiderio al centro delle politiche e dello sviluppo. Perché senza desiderio non c’è innovazione, non c’è cambiamento, non c’è felicità. Occorre riallestire reti, legami ed ecosistemi capaci di condividere mezzi e fini comuni. La frattura tra dono e mercato va sanata.

Un’economia civile che abita il futuro

L’economia civile è la cornice di senso dentro cui queste sfide si intrecciano. È un paradigma capace di restituire profondità all’agire collettivo, di rimettere in dialogo mezzi e fini, di costruire alleanze tra persone, territori e istituzioni. 

Uno degli incontri dell’ultima edizione foto di Aiccon da Flickr

È un’economia fondata sulle relazioni, sulla corresponsabilità, sulla partecipazione. Un’economia che non ripara il danno, ma genera abbondanza. Che non rincorre le emergenze, ma alimenta l’intraprendenza comunitaria. Che non si accontenta del possibile, ma osa desiderare l’impossibile. Ecco perché non può esserci vero progresso senza il contributo del terzo pilastro: quello dell’economia sociale e del Terzo Settore. Un ambito in cui, più che altrove, il valore della persona – e dunque della sua libertà integrale – viene riconosciuto, coltivato e messo al centro.

Senza questa dimensione della libertà per, l’innovazione sociale rischia di diventare solo estetica: una risposta adattiva che migliora l’esistente senza realmente trasformarlo. È solo nelle istituzioni della prossimità, nelle comunità vive e partecipate, che l’innovazione sociale diventa forza generativa, capace di incidere sulla struttura delle disuguaglianze e di aprire nuovi spazi di cittadinanza.

Da 25 anni un rito comunitario

Le Giornate di Bertinoro non sono un convegno. Sono un rito comunitario che ogni anno ci chiama a pensare insieme, a confrontarci senza filtri, a uscire più coraggiosi e motivati nel costruire il bene comune. Sono uno spazio di generatività collettiva, in cui teoria e prassi, accademia e azione, utopia e concretezza si incontrano. In cui la libertà non è solo tema, ma metodo.

Per chi vuole, ci si vede nella Rocca di Bertinoro il 10-11 ottobre!

Per scaricare il Concept Note della 25° edizione qui

In apertura la Rocca di Bertinoro, tutte le immagini da Ufficio stampa

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