Volontariato

La mia Antitrust? Sarà sempre più a misura di consumatore

Il fine sul quale misurare la nostra attività? Il benessere dei cittadini-utenti. Perché più concorrenza significa prezzi più bassi e più libertà di scelta, di Antonio Catricalà

di Redazione

Oltre 40 milioni di euro risparmiati dalle famiglie in un anno per l?acquisto del latte in polvere per i neonati. Questa cifra, neanche troppo esigua, riassume concretamente quanto la concorrenza e la tutela dei consumatori siano due facce della stessa medaglia. Nel 2005, come è noto, l?Autorità ha sanzionato le aziende produttrici di latte in polvere per l?infanzia ?ree? di aver fatto cartello. Il risultato è stata una discesa dei prezzi, fino al 35% in meno. La nostra azione non solo ha indotto le imprese a comportamenti più virtuosi e maggiormente concorrenziali ma ha in qualche modo orientato i consumatori. Le mamme, anche grazie al ritorno mediatico della nostra iniziativa, hanno scoperto che i prezzi troppo alti non erano un qualcosa cui rassegnarsi: sugli scaffali della grande distribuzione si sono affacciate scatole delle stesse marche ma a prezzi più bassi che in farmacia, sul mercato sono arrivati nuovi marchi meno costosi e qualitativamente validi.

L?idea di un?azione Antitrust orientata a risultati positivi per i consumatori sta dunque, entrando, sia pur in ritardo, nella coscienza del Paese. Si tratta forse di un ritardo storico, riscontrabile anche nella nascita del movimento consumeristico, affacciatosi in Italia molti decenni più tardi rispetto agli Stati Uniti. Del resto, e non credo che ciò sia casuale, la stessa normativa Antitrust è arrivata in Italia con un secolo di ritardo rispetto allo Sherman Act americano.

La strada intrapresa mi sembra tuttavia tracciata ormai con chiarezza. Il Codice del consumo che nel settembre del 2005 ha raccolto e coordinato tutte le normative in materia ne è stato un chiaro segnale. I provvedimenti di liberalizzazione degli ultimi mesi si muovono nella stessa direttrice. Il decreto Bersani, diventato legge nell?agosto 2006, ha rafforzato i poteri dell?Autorità garante della concorrenza e del mercato che presiedo. Credo che gli strumenti di cui ora disponiamo, sulla scia dei poteri della Commissione Europea, possano aiutarci ad impostare un nuovo diritto Antitrust che tuteli non solo e non tanto i concorrenti ma soprattutto i consumatori.

Abbiamo già utilizzato lo strumento degli impegni per chiudere anticipatamente un?istruttoria senza accertamento della violazione: l?Enel, nei cui confronti era stato avviato un procedimento per abuso di posizione dominante, dovrà cedere quest?anno mille MW di capacità virtuale, pari al 3% circa della domanda di energia elettrica nazionale, a condizioni concorrenziali rispetto a quelle prevalenti nella borsa elettrica. Siamo convinti che questo porterà benefici alla nostra economia e quindi, in ultima analisi, agli stessi consumatori.

Lo strumento degli impegni, se ben utilizzato, può conseguire il duplice obiettivo di realizzare vantaggi immediati per la collettività snellendo al contempo l?attività dell?Autorità e il successivo controllo giurisdizionale. Il benessere del consumatore deve dunque essere il fine sul quale misurare la nostra attività: se dopo un nostro provvedimento, ad esempio, i prezzi aumentano, vuol dire che abbiamo sbagliato, non abbiamo saputo bilanciare gli interessi in campo.

Credo che questa interpretazione del diritto Antitrust trovi pieno fondamento nella nostra legge istitutiva. Per questo abbiamo rafforzato il rapporto con i consumatori, istituendo la Direzione generale per la Tutela del consumatore. E abbiamo rafforzato la comunicazione: con la creazione della Direzione per le Relazioni esterne all?azione strettamente istituzionale abbiamo affiancato la partecipazione a seminari e convegni e a trasmissioni televisive e radiofoniche ?di servizio??. In buona sostanza abbiamo scelto di divulgare, con ogni mezzo, l?idea della concorrenza. Convinti che rappresenti la vera libertà di scelta per il consumatore.

* presidente dell?Agcm