Non profit

La mia bici al galoppo in città, sberleffo alle mamme col suv

io, per esempio

di Redazione

di Carlotta Jesi
Trotto o galoppo, ragazzi? Galoppo, ovvio. Per il cronico ritardo. Perchè quando mai un cowboy va al trotto. Per il “cloppete cloppete cloppete” che schiocca in bocca ai bambini, rap e peana dell’intera giornata.
La mia bici è un cavallo. A tre posti. A inquinamento zero, a basso costo e alto tasso di divertimento, che si tratti di sfrecciare all’asilo – con pc, sacca di baby-judo e coccodrillo di peluche attaccati al manubrio ? o di andare al cinema in una di quelle sere di primavera che Milano ti sembra profumi e zigzaghi imprudente sulle rotaie del tram.

Due ruote contromano
La mia bici è un quotidiano strumento di protesta contro la mancanza di fantasia, d’improvvisazione e di guizzo ancor prima che contro l’inquinamento e il traffico: cambio percorso, allungo il tragitto casa-ufficio per attraversare un parco, scampanello, gioco, improvviso. Ossigeno, se non i polmoni, almeno il cervello. Prova ne sia che, in sella, imposto la scaletta di un articolo e la lista della spesa. In metrò non mi riesce, mi spengo.

Annusare la città
Pedalando a Milano, il mattino presto, affondo le dita e la faccia nei banchi di nebbia. Annuso la città, con la sua puzza e la sua decadente bellezza. Salto il traffico. E quando incrocio il popolo del bikesharing, variegato quanto la città, mi scappa un sorriso: perché l’avevano dato per spacciato ancora prima che potesse saltare in sella, perché doveva essere una roba da turisti e invece è uno sberleffo, vivente e itinerante, allo scetticismo che dà Milano per addormentata, refrattaria al cambiamento, spacciata.
Peccato solo che le sue bici, gialle e scintillanti, non siano attrezzate con i seggiolini. Il carsharing è un mezzo flop, il bikesharing un mezzo pubblico. Uno strumento di fitness che costa meno di qualsiasi abbonamento in palestra e anche un elegante strumento di vendetta: sai la soddisfazione di fare il pelo al Suv di una mamma parcheggiata sulle strisce e scomparire in un baleno dal suo campo visivo? Bruci il semaforo e il suo stile di vita allo stesso tempo.

Pista sul marciapiede
La mia bici è, anche, a rischio multa: in attesa di piste ciclabili (a Barcellona le hanno disegnate sulla strada, tirando una semplice riga rossa) pedalo, anzi galoppo, sul marciapiede. E non chiedetemi che razza di esempio sia per due bambini di cinque e due anni. La riposta, paradossale, potrebbe essere questa: di educazione civica. Di educazione al sogno, e alla voglia di contribuire a creare una mobilità e una città diversa.

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