Non profit

La nouvelle vague di Assif: in 7 mesi iscritti raddoppiati

Con le nuove regole, da 170 a 350 associati

di Redazione

E svolta fu. Raddoppio degli iscritti, nascita dei primi gruppi territoriali, accordi e convenzioni e anche un nuovo logo. Il corso inaugurato a maggio di un anno fa dall’assemblea dei soci dell’Assif – Associazione italiana fundraiser con l’elezione delle cariche sociali, inizia a produrre i primi frutti.
Il consiglio direttivo, interamente rinnovato con l’ingresso di una nuova leva di giovanissimi professionisti della raccolta fondi (età media, 35 anni), si è subito rimboccato le maniche per mettere in pratica il mandato ricevuto: allargare la platea dei soci e rafforzare l’identità della professione e dell’associazione. «Da un piccola indagine tramite questionario realizzata ad agosto 2011 è risultato che ci sono molti più fundraiser fuori dall’associazione che dentro. C’è tutta una nuova generazione che non conosciamo. Di qui gli obiettivi che ci siamo dati per il primo anno di attività: facilitare l’ingresso nell’associazione, allargare il dibattito, comprendere meglio i bisogni», spiega Luciano Zanin (nella foto), presidente Assif. E così è stato.
A novembre scorso è stato modificato lo statuto, con l’eliminazione della distinzione fra le categorie di soci, e due mesi fa, a marzo, è stato rivisto il regolamento. Ora possono iscriversi all’associazione anche le persone che, pur svolgendo le attività di raccolta fondi in maniera continuativa e professionale, non sono retribuite. «Non solo dunque quelli che vivono di fundraising. Il presidente di un’organizzazione, che fa raccolta fondi ma è un volontario, che facciamo, lo teniamo fuori dall’Assif?», si chiede Zanin. Altro segnale d’apertura: gli studenti e gli under 30 pagano una quota di associativa di 30 euro invece che di 70. I risultati non hanno tardato a venire. «Negli ultimi sette mesi hanno aderito 180 nuovi soci e ora siamo a quota 350 e, soprattutto, sono sorti sette gruppi regionali», fa notare il presidente. Prossimi obiettivi: migliorare l’offerta dei servizi per i soci, accrescere la condivisione del codice etico e provare a mappare un settore che non ha una definizione “ufficiale” della professione.

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