Non profit

La nuova vita degli ex talebani

Ecco come si cerca di reinserire nella società civile i "guerriglieri per caso"

di Redazione

Corsi di formazione, orti da coltivare e campo giochi per i bambini in visita. Cosi’ e’ cambiato il centro di detenzione americano vicino alla base di Bagram, in Afghanistan, nell’ambito di una nuova strategia di recupero e reinserimento dei “guerriglieri per caso”, che si sono avvicinati ai talebani per motivi economici piu’ che ideologici. Un percorso che, al momento della scarcerazione, si conclude con un giuramento davanti a parenti ed anziani del villaggio a non tornare piu’ alla violenza. E’ stata questa la strada seguita ieri da sette ex insorti, liberati nella provincia di Khost dopo aver scontato fino a due anni di detenzione nel nuovo centro di Parwan. Rivestiti con abiti tradizionali e muniti di telefoni cellulari in dono, sono saliti per la prima volta un vita loro in aereo. Al loro arrivo hanno prestato solennne giuramenti davanti a parenti, vicini e autorita’. Un mullah ha offerto una preghiera e poi gli ex insorti sono stati abbracciati dagli anziani del villaggio, membri di una shura (consiglio) di riconciliazione, che si sono fatti garanti del loro reinserimento.

Il nuovo corso e’ parte integrante della nuova politica del generale Stanley McCrystal, capo delle forze americane e della Nato in Afghanistan. E’ lui che ha voluto la chiusura del centro di detenzione di Bagram, sovraffollato e tristemente noto per una serie di denunce di gravi abusi, comprese quella della morte di due detenuti a causa delle percosse. Ora e’ stato costruito nelle vicinanze un altro centro di detenzione, Parwan, con una capienza di mille detenuti. Al loro arrivo i carcerati vengono esaminati da una commissione: chi ha commesso reati viene trasfertito ai tribunali afghani, una minoranza di talebani duri e puri (una quarantina su 800 detenuti) viene trasferita indefinitivamente nella sezione di massima sicurezza, e il resto viene inserito nel percorso di recupero. Al centro di questa strategia vi sono corsi di formazione dove i detenuti possono imparare a leggere o scrivere, studiare il Corano con mullah moderati, o studiare tecniche agricole, la tessitura dei tappeti. Chi partecipa al corso da sarto tornera’ al villaggio con una macchina da cucire. Alcuni militari criticano il nuovo percorso, affermando che non vi sono garanzie che gli ex detenuti non tornino a combattere con i talebani. Ma i sostenitori del progetto rispondono che pochissimi sono stati riarrestati. E sottolineano che Bagram era diventato un terreno di coltura per l’estremismo.”Per noi, il reinserimento e’ il nostro nuovo centro di gravita’”, afferma il generale Mack Martin, vice comandante della Joint task Force 435 che sovrintende alle detenzioni in Afghanistan.

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