Mondo
La Palestina sempre più vicina a diventare stato
Lo ha dichiarato il primo ministro palestinese Salam Fayyad al quotidiano israeliano Haaretz
di Redazione
Abbiamo creato le condizioni per uno stato palestinese: «la missione è stata portata a termine». Ad affermarlo con sicurezza è il primo ministro palestinese Salam Fayyad, in un’intervista concessa al quotidiano israeliano Haaretz. «Se facciamo il paragone con la nostra situazione pochi anni fa, c’è stato un cambiamento totale. C’è un senso di opportunità e ottimismo. Possiamo farcela», ha dichiarato, riferendosi alla costruzione di uno stato. Tuttavia ha aggiunto che prepararsi allo stato non è il fine ultimo: l’obiettivo finale «è vivere in dignità nel nostro Stato con i confini del 1967». Fayyad, ricorda Haaretz, è uno dei leader arabi più apprezzati nel mondo. Mentre in altri paesi dell’area la gente scende in strada contro il governo, le voci sul fatto che potrebbe ritirarsi con l’accordo di riconciliazione fra Fatah e Hamas hanno portato all’apertura di pagine di suoi sostenitori su social network in cui si chiede che rimanga al suo posto. E in aprile, i rapporti di banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, hanno certificato che le sue riforme hanno creato le condizioni per la nascita di uno stato.
Alla guida del governo dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) dall’estate 2007, Fayyad si era posto come obiettivo di essere pronto per uno stato palestinese nell’agosto 2011. L’Anp preme per un riconoscimento internazionale del nuovo stato in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu a settembre, mentre i negoziati di pace sono ormai fermi da settembre 2010. Fayyad non commenta. «Io mi occupo delle mie responsabilità, di quello che accadrà da qui a settembre». E quando Haaretz gli ricorda che qualcuno lo ha paragonato a Ben Gurion, il padre d’Israele, lui risponde: «ci sono similitudini con la storia di Israele. Dico spesso che se ce l’hanno fatta gli israeliani, possiamo farcela anche noi». Diversamente da altri leader palestinesi, nota Haaretz, Fayyad non attacca Israele ogni due frasi. Ma cita puntualmente gli ostacoli che vengono posti sulla strada dell’Anp: la mancanza di un totale trasferimento ai palestinesi della responsabilità della sicurezza in Cisgiordania, il congelamento del trasferimeno delle tasse. «Non intendo fare speculazioni sulle intenzioni» del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, afferma, «ma una massa critica del pubblico israeliano sostiene uno stato palestinese. Per questo per me è importante che la nostra posizione sia comprensibile ad ogni uomo e donna del mondo. Noi vogliamo una casa».
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