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La partita truccata della Federazione italiana tennis Le proteste dello sport di base
di Redazione

«Il tennis non è uno sport d’élite». Lo dicono tutti gli enti di promozione sportiva, uniti nella protesta contro la Federazione italiana tennis. Dovrebbe essere una banalità, ma forse alla Fit non la pensano così: da quest’anno infatti hanno aumentato le loro quote di iscrizione per chi ha già in tasca la tessera di un altro ente come Uisp, Csi, Us Acli o Endas. In pratica se hai già la passione delle racchette e vuoi anche la tessera Fit, paghi 250 euro anziché 80. Stesso discorso per i maestri: c’è un aumento della quota del 250% per la doppia affiliazione. «Una brutta novità», dicono all’Unione sportiva delle Acli. «La Federazione vuole il monopolio, è inaccettabile. Il loro comportamento ci lascia sbigottiti e ci amareggia: facciamo tutti parte del Coni, dovremmo lavorare in armonia, senza queste assurde contrapposizioni», afferma Marco Gladiolo, presidente Us Acli.
La denuncia ora è arrivata al Coni, con la richiesta di rivedere le regole il prima possibile. «Siamo al paradosso per cui si penalizza quanti vogliono avere più opportunità di giocare a tennis», osserva il presidente del Centro sportivo italiano, Massimo Achini. «Il comportamento della Fit ci stupisce, tanto più che con le federazioni di tutti gli altri sport c’è un ottimo rapporto», aggiunge. Le speranze adesso sono riposte nel Comitato Olimpico e al Csi ricordano che «il presidente Gianni Petrucci ha sempre sottolineato che è tempo di collaborazione tra tutti gli enti».
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