Europa & infanzia

La pedopornografia resta tale anche se generata con l’Ai

La scorsa settimana il Parlamento europeo ha approvato, a stragrande maggioranza, una direttiva che allarga il concetto di pedopornografia ai materiali generati con l'intelligenza artificiale. Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro, plaude: «Risposta molto valida alla crescente e incontrollata diffusione di questi contenuti»

di Giampaolo Cerri

La scorsa settimana, l’euro Parlamento ha votato a stragrande maggioranza – 599 voti a favore, due contrari e 62 astensioni – una direttiva che mette fuorilegge la creazione, il possesso e la condivisione di materiale pedopornografico generato con l’Ai.

Si tratta cioè delle cosiddette attività di grooming, che una volta si sarebbe chiamato adescamento di minore, la sextortion, ossia l’estorsione utilizzando immagini intime del minore stesso, oltre al live streaming. Il provvedimento affronta anche i temi delle definizioni legali e le questioni relative all’età del consenso in tutta l’Ue. In pratica, come ha dichiarato a Euronews il relatore, l’eurodeputato olandese popolare Jeroen Lenaersm, il materiali generato con l’intelligenza «sarà trattato esattamente come se si trattasse di vero materiale pedopornografico». Il motivo è semplice e l’ha spiegato lo stesso eurodeputato: «Perché sappiamo che questi modelli, prima di tutto, hanno bisogno di addestrarsi su vero materiale pedopornografico e, in secondo luogo, vediamo che l’uso di materiale pedopornografico da parte dell’Ai è un passo molto piccolo verso il passaggio a veri abusi sessuali su minori».

Caffo: «Risposta valida alle crescente diffusione di materiale pedopornografico»

Sul tema interviene anche Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, la storica realtà di tutela e di promozione dell’infanzia e dell’adolescenza, certamente la realtà italiana più avanzata sul fronte dei rischi e delle opportunità che arrivano dal mondo digitale, con un’interlocuzione iniziata con i grandi gruppi già da molti anni.

Ernesto Caffo, fondatore e presidente Telefono Azzurro

«La proposta di revisione della direttiva europea relativa alla prevenzione e alla lotta contro l’abuso sessuale su minori è una risposta molto valida alla crescente e incontrollata diffusione di materiale pedopornografico registrato nell’ultimo decennio», dice Caffo.

Adeguare le leggi agli sviluppi tecnologici

Il neuropsichiatra sottolinea anche di accogliere «con molto favore la decisione di includere nella definizione di materiale pedopornografico anche le immagini generate dall’Ai al fine di adeguare le leggi comunitarie agli sviluppi tecnologici. La posizione adottata a Strasburgo prevede, inoltre, il chiarimento della definizione di consenso per gli adolescenti, il pari trattamento tra abusi online e offline, il riconoscimento dell’adescamento e dell’estorsione sessuale online come reati penali a sé stanti, l’abolizione dei termini di prescrizione per i reati di abuso sessuale su minori e, infine, il rafforzamento delle misure di sostegno per le vittime, infatti, resta una grave emergenza nell’Unione Europea con un bambino su cinque che dichiara di aver subito violenza sessuale e un preoccupante incremento del 380% delle immagini di abusi generati con Ai».

Impegno da tradurre nella legislazione italiana

Osserva poi Caffo che «numerosi sono stati i voti a favore dell’aggiornamento e della modernizzazione della tutela dell’Ue e auspico che questo impegno costante e condiviso si traduca, anche nel nostro Paese, in una pronta adesione e nello sviluppo di maggiore consapevolezza e interesse istituzionale sugli abusi contro i minori ei reati per materiali prodotti direttamente dall’Intelligenza Artificiale. Il segnale dato dal Parlamento si integra perfettamente nel solco dell’azione di sensibilizzazione che da sempre promuoviamo in Telefono Azzurro. Infine, questa iniziativa si verifica all’avvicinarsi della stagione estiva, il momento in cui i casi di abuso sessuale aumentano a fronte di un aumento della vita sociale».

Nella foto di apertura, di AP Photo/Andy Wong/LaPresse, una bambina visita una mostra dedicata all’intelligenza artificiale a Shanghai, nel luglio dello scorso anno.

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